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Una Roma fuori ruolo. Schick, Pastore e Kluivert: c’è posto per voi?

Dario Marchetti

“Pastore viene per fare la mezzala” è la prima cosa che ha detto Di Francesco nella conferenza stampa d’apertura della nuova stagione. Una scelta fatta di comune accordo con l’argentino che in una delle sue prime interviste ha dichiarato: “Adesso mi sono messo in testa di giocare mezzala e devo allenarmi per questo”. Dunque i buoni propositi ci sono tutti, ma queste parole certificano anche un adattamento a un ruolo di cui non dispone padronanza assoluta. Dati alla mano, infatti, l’ex Psg gioca le sue stagioni migliori da trequartista. La prima in Ligue 1 mette a segno 13 gol in 33 partite, tutte disputate vicino all’attaccante di riferimento. Stesso discorso l’anno precedente nel Palermo quando realizzò 11 reti in 35 match sempre agendo al fianco di Fabrizio Miccoli. Nel corso della sua esperienza in Francia ha abbassato molto il suo raggio d’azione vista anche la concorrenza spietata in attacco, ma di pari passo è sceso di molto il suo rendimento. Non è un caso che nel suo ultimo anno al Psg dei 4 gol totali in campionati tre siano stati realizzati nel momento in cui Emery lo schiera trequartista e non a centrocampo. Di Francesco, però, lo ha fatto ripartire dal ruolo di mezzala all’intenro del suo 4-3-3 nella gara d’esordio con il Torino, salvo poi riportarlo subito sulla linea dei trequartisti già con l’Atalanta e dietro a Dzeko e Schick contro il Milan. Il rendimento non è certo quello che si aspettavano a Trigoria. El Flaco fatica ancora a trovare la sua zona del campo e anche una condizione ottimale che gli permetta di sbagliare il meno possibile. Ora bisogna solo capire se sarà ancora una volta Pastore ad adattarsi alle idee del mister o se Di Francesco cambierà nuovamente per venire incontro alle esigenze tattiche dei suoi calciatori.

 LaPresse

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