news as roma

Da Montella-Capello a Panucci-Spalletti: ecco come Fonseca e Dzeko possono evitare di far male alla Roma

Francesco Balzani

Un carattere da leader assoluto, ma per nulla facile quello di Christian Panucci. Uno dei difensori più vincenti della storia della serie A già aveva avuto problemi col “papà” Capello due paia di stagioni prima (ricordate il rifiuto a scendere in campo a Reggio Calabria?) ma qualche mese dopo tutti capirono perché visto che Don Fabio si era promesso alla Juve. Diverso il diverbio con Spalletti. L’anno è il 2009, uno dei più duri di Luciano visto che lo spogliatoio non prese affatto bene la sortita estiva a Parigi ad ascoltare le lusinghe del Chelsea. Le epiche rincorse all’Inter sono solo un ricordo, la classifica piange e la Roma è attesa da una partita difficile a Napoli. Alla volta del Vesuvio si parte in treno e durante la riunione tecnica avviene il “fattaccio”: Spalletti comunica che Totti e Panucci partiranno dalla panchina. Il capitano non fa una piega, il terzino rifiuta e preferisce accomodarsi in tribuna. La Roma vince 3-0, ma al termine della gara si scatena il putiferio. La società multa il giocatore, che a sua volta chiede di essere ceduto, a soli cinque giorni dalla chiusura del mercato invernale. Corsi e ricorsi anche qui. I giallorossi si cautelano con Motta e depennano il nome del savonese dalla lista Champions. Una scelta scellerata. Al suo posto si alternano tra fascia e centro proprio Motta e Loria. Nella doppia sfida con l’Arsenal persa poi ai rigori proprio l’assenza di Panucci si rivelò determinante. All’andata un errore madornale di Loria spianò la strada a Van Persie e al ritorno furono costretti a giocare al centro Riise e Diamoutene. Un mese dopo chiederà scusa e sarà reintegrato, ma la sua avventura a Trigoria si chiuderà a fine stagione. Così come quella di Spalletti qualche mese dopo. I due bisticceranno pure in tv qualche anno dopo.

 LaPresse

Potresti esserti perso