rassegna stampa roma

Togliamo il pallone ai violenti

La loro mappa è militare, perfetta, piazzole di sosta e autogrill sono le stazioni conosciute di risse e aggressioni, alla presenza di automobilisti coinvolti nei tumulti e vittime di minacce e danni

Redazione

Come previsto, dopo l’indignazione, la sassaiola, scrive Tony Damascelli  su Il Giornale. Ieri, autostrada del sole, in una piazzola di sosta dove l’autista del bus dei tifosi del Torino aveva "osato" parcheggiare il mezzo, non prevedendo l’assalto di quelli del Bologna. È il nostro meraviglioso pubblico, i curvaioli più simpatici d’Italia, la feccia del calcio spacciata per parte più importante, quella che scalda i cuori e solleva lo spirito.

Robaccia che nessun morto può fermare. Passato il giorno dello sdegno, il football ha riproposto i gesti, i cori e gli insulti tipici di una rivolta carceraria, del resto osservando certi ceffi non c’è molta differenza, a parte le sbarre del gabbio.  Il tifo organizzato, nato sporadicamente negli anni Cinquanta ma esploso in forma violenta dopo il ’68, è il cancro che in ogni dove ha aggredito la parte sana dello sport. Il calcio, poi, raggruma le frange peggiori, le curve sono di proprietà di gruppi con insegne che non necessitano di didascalie, ultras significa oltre, non hanno muri, non hanno catene, dunque non ci sono regole se non le loro, dallo spaccio di droga al bagarinaggio,dalla connivenza con la criminalità, ai ricatti, alle aggressioni.

Spesso tengono sotto schiaffo club, calciatori e dirigenti, la relazione continua in un clima di ricatto e di paura. Lo scioglimento dei circoli organizzati, non di tutti ma di quelli che hanno una identità e una manifesta diatesi criminale, dovrebbe essere il primo passo, doveroso di Matteo Salvini. E invece, paradossalmente, lo Stato li chiama al tavolo delle consultazioni, li convoca, così legittimandoli, quasi rendendoli protagonisti, eroi, idoli. La loro mappa è militare, perfetta, piazzole di sosta e autogrill sono le stazioni conosciute di risse e aggressioni, alla presenza di automobilisti coinvolti nei tumulti e vittime di minacce e danni. Due settimane di tregua. Finta. Il campionato si ferma, gli ultras sono disoccupati. Ne riparliamo.