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Da Belotti a Dzeko, quanti bomber da 20 gol. Ma sarà vera gloria?

I cannonieri di oggi non subiscono le torture di un tempo, hanno maggiore libertà con la zona rispetto al marcamento a uomo, anche se il ritmo è forsennato e i tempi di sviluppo, di un’azione manovrata, sono da centometristi

Redazione

La classifica dei cannonieri conferma il dato crescente, una comitiva compatta, una mezza dozzina di ragazzi oltre le 20 reti, cosa che nella storia del calcio italiano è accaduta soltanto cinque volte, l’ultima vent’anni fa. Con tutto il rispetto che si deve o si dovrebbe a Belotti e Dzeko, Immobile, Mertens e, vabbè, Higuain, nella stagione ’97-98 gli attori principali erano Roberto Baggio, Ronaldo quello vero, Batistuta, Del Piero,Bierhoffe Montella. Lo studio statistico ripropone cognomi belli, da Schiavio a Mumo Orsi, da Meazza a Nordahl, da Boniperti ad Amadei, da Nyers a John Hansen e ancora Benito Lorenzi e Wilkes, comunque un sfilata vip distribuita nei club più famosi dell’epoca, quando il ritmo del gioco non era “intenso” come oggi e nessuno parlava e scriveva di “densità” e “ripartenze”, scrive Tony Damascelli su "Il Giornale".

Oggi il cosiddetto calcio totale ha mischiato le carte, tutti devono sapere fare tutto ma spesso accade che pochi sappiano fare benissimo qualcosa, il resto è approssimazione, “intensità”, “densità”. I cannonieri di oggi non subiscono le torture di un tempo, hanno maggiore libertà con la zona rispetto al marcamento a uomo, anche se il ritmo è forsennato e i tempi di sviluppo, di un’azione manovrata, sono da centometristi, mentre la prevalenza del muscolo porta a interventi sfacciati, così come la crisi del fosforo produce svarioni da parrocchia.