La Roma ha il durissimo compito di entrare nel futuro, ricostruendo e partendo dalle figure presenti ora. Come Daniele De Rossi e Lina Souloukou, che non starebbe vivendo un momento particolarmente pieno di consensi all'interno di Trigoria e anche fuori, ad esempio in Lega. In arrivo c'è anche il direttore sportivo, Florent Ghisolfi, che sarà ufficializzato a breve. Con il nuovo dirigente cambierà anche l'approccio al mercato, senza stipendi d'oro e senza ricorrere alle plusvalenze, a costo di pagare una multa. Piacciono Chiesa, Diakité e Banza. Ma anche Dorgu del Lecce. Intanto c'è già chi lo rimpiange, Ghisolfi: "Perderlo sarebbe sconcertante.Ha portato a termine tutti gli obiettivi e su di lui c’erano grandi aspettative. Non capisco come mai Ghisolfi sia durato così poco", le parole dell'ex giocatore del Nizza Alberganti. Il ds francese dovrà necessariamente passare per gli addii di giocatori come Karsdorp, Rui Patricio, Kristensen, Sanches e anche Lukaku. Una serie di calciatori che porterà un risparmio di ben 24 milioni sul monte ingaggi. Per quanto riguarda Paulo Dybala, invece, il futuro è ancora totalmente incerto (non solo quello in campo per Roma-Genoa) visto l'unico anno di contratto rimasto e un rinnovo totalmente da discutere. Ma soprattutto una clausola bassissima che tra un mese e mezzo sarà arriva. Su di lui c'è l'Atletico Madrid del connazionale Simeone che lo ha messo nel mirino. Poi le sirene arabe, di cui è stato chiesto all'agente della Joya che però non si è sbottonato: "Pensa solo a finire bene la stagione".
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Ritiro, Ghisolfi e una squadra pronta all’addio: Roma verso il futuro. Dubbio Dybala
De Rossi intanto sta cominciando a preparare il ritiro,vorrebbe lavorare in montagna come accadeva con Spalletti. I Friedkin hanno intenzione di ascoltarlo, ma una tournée sarebbe ovviamente più redditizia e la decisione non è stata ancora presa. Sia De Rossi che Ghisolfi dovranno cancellare i circa 100 milioni di euro spesi negli ultimi tre anni per i cartellini di giocatori che ora non sono titolari. Magari dare più spazio ai giovani, che con lui non si sono praticamente mai visti. In compenso si sono visti, sempre, i tifosi all'Olimpico: la Roma occupa il terzo posto dietro solamente alle due milanesi per numero di spettatori medi (62.713). Infine le parole di Edoardo Bove: “Noi non giochiamo in un club normale, perché rappresentiamo una città e tutte le persone che lavorano all’interno della Roma. Per questo, vorrei cogliere l’occasione per ricordarvi che quando avete addosso questo stemma, ogni comportamento, ogni cosa che dite e che fate ha influenza su altre persone. Avete dunque una grande responsabilità e dovete ricordarlo sempre”.
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