Una resa dei conti anticipata. Lo impone la stagione praticamente chiusa col doppio ko con Leverkusen e Atalanta che ha decretato un finale deprimente da rendere quanto meno sopportabile nelle ultime due partite, scrive Francesco Balzani su Leggo. La Roma si guarda in faccia e si scopre al punto di partenza: è sesta. Come un anno fa, come ormai da quattro stagioni con i Friedkin al comando. De Rossi ha invocato un cambiamento, e cambiamento ci sarà. Anche senza Champions. Nelle prossime ore sarà ufficializzato il nuovo ds: Florent Ghisolfi.
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Cambio Roma. De Rossi chiede una svolta: in arrivo il diesse Ghisolfi
Il metodo cambierà: stop a stipendi d'oro e via libera a investimenti mirati. Ad aiutare il francese i conti tornati (quasi) in regola grazie al boom ricavi e al risparmio sugli ingaggi di quei calciatori che saluteranno. Niente stretta dell'Uefa, e se pure ci sarà i Friedkin stavolta potrebbero decidere di pagare le penali necessarie ed evitare plusvalenze non gradite come Svilar o Ndicka. In prima fila sul treno dei partenti ci sono invece Spinazzola e Lukaku. Il terzino, dopo l'ennesimo infortunio, vede lontano il rinnovo mentre il belga farà ritorno al Chelsea per poi decidere il futuro. Dietro di loro una folta schiera di bocciati: da Aouar a Zalewski passando per Karsdorp, Kristensen e Sanches. In bilico pure il destino di Bove, Azmoun ed Abraham. Frutto di un mercato sballato di Pinto che in tre anni è costato 97 milioni di cartellini, nessuno di quei giocatori oggi è titolare. Saranno riscattati Llorente e Angelino. Una rivoluzione con pochi punti fermi quindi. E l'arrivo di calciatori sani fisicamente e in rampa di lancio. Oltre al sogno Chiesa piacciono il terzino del Lille Diakité e la punta Banza del Braga che ha una clausola di 25 milioni.
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