Gasp, che Roma: dalla forma fisica alla duttilità. Ecco i 5 segreti del primato

La Roma è forte? Forse è ancora presto per dirlo. Ma la Roma va forte. E lo deve soprattutto a Gian Piero Gasperini che ha portato i giallorossi in vetta alla classifica dopo nove giornate. Che non è ancora una sentenza, ma una prova evidente dell'ottimo lavoro del tecnico. Nessuno, nemmeno i più ottimisti, si sarebbero aspettati una partenza così imponente visto il nuovo progetto e l'assimilazione di concetti così diversi dal passato sia per la squadra sia per la piazza. E invece la Roma di Gasp ha un'identità precisa, ha un potenziale che può ancora crescere. Tutto questo in quattro mesi e mezzo di lavoro. Il primo segreto della Roma però viene da lontano. Da quella base che Gasperini ha trovato già a Trigoria e che ha rafforzato con concetti chiari subito recepiti. La mentalità di allenatori come Mourinho o Ranieri è rimasta nella testa dei vari Mancini, Cristante, Dybala o Celik. Gasp ovviamente ci ha messo del suo, aumentando la condizione fisica e il coraggio in alcune scelte. Ma proprio il gruppo forte che si è formato in questi anni a Trigoria ha aiutato anche il tecnico nell'avere una guida in più all'interno dello spogliatoio. Uno zoccolo duro che ha voglia di Champions e di riprendersi quegli applausi conosciuti nelle finali europee. Mancini e compagni sono un traino per i nuovi e un fidato remo per Gasp. Un dato evidente è quello dei gol subiti: 4 in campionato. Nessuno in Europa ha fatto meglio. Vedere la Roma correre più nel secondo tempo che nel primo è un lusso che non ci permettevamo da tanti anni. Vederlo fare a ragazzini come Wesley o a giocatori più esperti come Dybala ed Hermoso conferma la bontà del lavoro atletico svolto da Gasperini in questi mesi. Anche ieri la Roma ha chiuso in crescendo così come era successo con Bologna, Inter, Fiorentina, Sassuolo o Nizza. D'altronde non è un segreto. Molti giocatori dell'Atalanta di Gasp (compreso Mancini) hanno sempre dichiarato: "A un certo punto l'avversario era stanco mentre noi avevamo ancora forza per giocare una partita intera". E in un calcio italiano ormai privo di valori tecnici assoluti questo è un punto di forza da non sottovalutare. Basta caselline, basta cambiare giocatore solo nel proprio ruolo. Gasperini ha sovverchiato il concetto base che non vuole cambiamenti di posizione anche durante la partita. Per esempio il Parma lo spostamento di Mancini sul centro destra ha dato più dinamicità alla squadra e libertà al giocatore di staccarsi dalla linea. E non sorprenda vedere Wesley cambiare di fascia, Dybala cambiare di ruolo tre volte a partita o Cristante avanzare nei momenti di bisogno. Tutto viaggia in base all'avversario e al momento della gara. Questo sorprende ovviamente anche le squadre che si trovano ad affrontare la Roma e che perdono punti di riferimento di minuto in minuto Guai a pensare che Gasp abbia lavorato solo sulle gambe. Perchè nella rosa della Roma ci sono molti giocatori che in estate erano a un passo dall'andare via e che quindi potevano perdere motivazioni e interesse. Invece Gasp è riuscito a coinvolgere tutti. Da Pellegrini a Dovbyk passando per Hermoso. Tutti hanno una chance, e chi sbaglia paga come è giusto che sia. Ma proprio quel lavoro sulla testa e la concorrenza continua permettono oggi di avere alternative che sopperiscono a un mercato deficitario. La stessa schiettezza Gasperini l'ha usata con la piazza, inizialmente magari scettica visti i precedenti con l'ex tecnico atalantino. Ma oggi quel modo di fare e quell'ambizione hanno convinto davvero tutti. Gasp si è calato alla perfezione in un ambiente che ha bisogno di personaggi forti. Lo dice la storia: Capello, Liedholm, Mourinho. Di certo nessuno di loro era un tenerone. Così anche quell'accento piemontese e quella sana arroganza sono stati assimilati da una città che di grandi personaggi nella storia ne ha visti tanti. L'Olimpico è trascinato dalla voglia di Roma, e questo non è banale.