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Da Dzeko e Alisson a Schick e Pastore: la top&flop degli acquisti della Roma di Pallotta

Redazione

 

3. Steven Nzonzi

Il pupillo di Monchi, che dopo l'esperienza comune al Siviglia lo porta in Italia. Ma il più oneroso dei dodici acquisti dell'estate 2018 si rivela presto un flop e, nonostante le diverse occasioni avute e i 26 milioni spesi per il suo cartellino, non risulta mai all'altezza delle aspettative. Lo scorso luglio arriva pure la rottura con il club, quando non si presenta a Villa Stuart per le visite mediche di inizio stagione. La Roma lo cede quindi in prestito, prima al Galatasaray e poi al Rennes, con la speranza di venderlo a titolo definitivo senza ottenere una minusvalenza.

2. Javier Pastore

Un contratto di cinque stagioni per un giocatore spesso fermo nelle precedenti due può essere un rischio. La scommessa di Monchi va male, il rilancio dell'argentino non avviene: i ripetuti stop fisici del giocatore erano un campanello d'allarme troppo rumoroso da ignorare. La tecnica non si discute, a mancare è la continuità: in due anni 32 partite giocate e 33 saltate per infortunio. Numeri che non giustificano una spesa di quasi 25 milioni.

1. Patrik Schick

Il primato di Batistuta ha resistito per diciassette anni, fino all'arrivo dell'attaccante ceco. La Roma lo paga 40,6 milioni, tra prestito, riscatto, clausole, bonus e commissioni. Diventa il giocatore più caro della storia giallorossa ma delude le attese, nonostante Di Francesco prima e Ranieri poi lo provino praticamente in tutti i ruoli del reparto offensivo, pur di farlo emergere. Nei due anni nella capitale, solo 8 gol in 58 presenze: una cifra che Schick ha superato quest'anno in prestito al Lipsia, segnandone dieci. Al termine della Champions League tornerà alla base, ma la Roma non ha intenzione di tenerlo.

 LaPresse

Paolo Franzino

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