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Cherofobia Roma: le 5 mosse che hanno distrutto la semifinalista di Champions

Marco Prestisimone

Idem con patate. Ha plasmato una squadra in grado di toccare un traguardo che la Roma aveva raggiunto solo una volta e più di più di trent’anni fa. Si era consacrato al primo anno in una big come uno degli allenatori più promettenti d’Europa, rivedendo apprezzamenti anche dai top club (vedi il Chelsea di Abramovich). Da quel momento, le sue colpe sono doppie: ha acconsentito che quella squadra che l’aveva seguito in tutto e per tutto venisse smembrata, e l’ha fatto senza battere ciglio (e sbattere scrivanie). Il campo i nuovi acquisti non lo vedono praticamente mai: sia Monchi che Di Francesco hanno sottolineato l’unità di intenti nelle scelte di mercato. Ma i casi sono due: sono acerbi e si sono sbagliate le scelte, oppure è il tecnico a non essere in grado di collocarli ed esaltarli. E nessuna delle due ipotesi lo salva.

A questo si aggiunge il chiaro problema di condottiero: se alla quinta giornata non hai trovato modulo e giocatori dopo averli avuti quasi tutti in ritiro dal primo momento, non puoi più tirarti fuori.

Adesso la scelta drastica del ritiro prima del doppio impegno con Frosinone e Lazio. Basterà? A chi l’ha fatto prima di lui non ha portato benissimo…

 LaPresse

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