“Sono disgustato” ha fatto sapere ieri James Pallotta. Un po’ come un deus ex machina (ah, queste macchine) commenta da Boston le vicende del club del quale è il presidente. Si fa vedere solo alle partite di risonanza internazionale, si fa sentire solo quando si parla di stadio. Eppure i cento e passa milioni arrivati dalla Champions avrebbero dovuto ingolosire uno come lui, spingendolo a migliorare quella squadra e non mettere un punto per ripartire da zero. Quello che doveva essere un punto di partenza è diventato improvvisamente un punto d’arrivo. Il suo errore è stato quello di non farsi coinvolgere mai veramente dalla sua Roma, vedendola solo come azienda e mai come una questione di cuore. Chissà che l’ondata di affetto e commozione dell’ultima settimana verso Maria Sensi e Giorgio Rossi possano insegnargli qualcosa…
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