"Vendere non è un problema, il problema è comprare male" disse Monchi da pochi giorni sbarcato a Roma in riferimento all’infinito parco calciatori della Roma. Perché, come evidenzia Stefano Carina su Il Messaggero, esistono due tipi di cessioni: 1) Quelle che vorresti evitare e che invece, tuo malgrado, sarai costretto ad effettuare per sistemare i conti, 2) Quelle che ti auguri possano avvenire e che invece rischi seriamente di dover rimandare sino all’ultima settimana di mercato, trasformandole poi in prestiti infruttuosi.
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Da Iturbe a Doumbia: c’è una Roma che costa troppo
Calciatori che rimangono zavorre, soprattutto perché si portano dietro stipendi di difficile collocazione
Nella seconda categoria c'è il mondo di Doumbia e Iturbe ma non solo. Calciatori che rimangono zavorre, soprattutto perché si portano dietro stipendi di difficile collocazione. Prendete ad esempio l’ivoriano: non gli sono bastati 18 gol in 24 gare per essere riscattato dal Basilea. Da questi problemi non è afflitto Iturbe. Anche il secondo tentativo di "salvargli la vita" (copyright sabatiniano) è fallito. Dopo il flop al Bournemouth, è arrivato quello al Torino che di riscattarlo non ci pensa minimamente. Il Verona ha effettuato un timido sondaggio che rimarrà tale se la Roma non parteciperà all’ingaggio (2,3 milioni più bonus). C’è poi Castan che vuole tornare al Corinthians e i calciatori che un anno fa avevano un valore ma che dopo l’ultima stagione sono finiti nell’anonimato. È il caso di Sadiq (0 gol in 7 presenze al Bologna che lo Spezia vorrebbe in prestito gratuito insieme a Nura) e di Ponce (2 gol in 25 gare al Granada, uno ad agosto e l’altro ad aprile). Ma non finisce qui. Perché se le note positive per le casse giallorosse arriveranno da Skorupski, Vainqueur e Verde (il portiere potrebbe finire al Torino per abbassare il riscatto di Peres mentre il francese sarà riscattato dal Marsiglia e l’attaccante ha mercato in serie B dopo gli 8 gol con l’Avellino) poi tra Italia e estero c'è praticamente un esercito da piazzare.
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