rassegna stampa

Zaniolo, nell’Inter zero minuti. Club e Spalletti nel mirino

retroscena della cessione finita nell’operazione Nainggolan. Sui social la rabbia dei tifosi: "Non potevamo dare Joao Mario?"

Redazione

Quel che è incredibile di questa storia non è tanto il confronto tecnico tra Nicolò Zaniolo e Radja Nainggolan, che oggi sarebbe impietoso approfondire e sottolineare. All’Inter ,la prima squadra Zaniolo l’aveva vista in cartolina. Anzi no, una volta dal vivo, una sola: Atalanta-Inter, 14 aprile 2018, prima convocazione tra i grandi per Nicolò, che quel giorno esultò su Instagram: "I sacrifici pagano sempre". Ora ha le stesse presenze del Ninja, scrive Stoppini su La Gazzetta dello Sport.

L’Inter credeva nel ragazzo classe 1999. Ci credeva al punto di investire – si legge dal bilancio del club – quasi due milioni di euro, 1,9 per l’esattezza. Il mistero, in fondo, è come si sia affacciato così poco in prima squadra. È in questo panorama che si innesta la trattativa che oggi, a sette mesi di distanza, fa imbestialire i tifosi nerazzurri. E lo fa soprattutto perché il rendimento di Nainggolan è nettamente sotto le aspettative. Le parole di Spalletti nel post Sassuolo fanno in qualche modo rumore: "Radja non ha la condizione per mettere il suo marchio. Deve continuare a lavorare, mettere qualcosa in più nel motore". Sul suo acquisto erano tutti d’accordo, benintesi, come lo stesso Spalletti tiene a ricordare oggi. Tanto che durante la trattativa con la Roma, a fronte della richiesta di Monchi di inserire uno tra Radu, Colidio e appunto Zaniolo, l’Inter cede solamente di fronte al terzo nome. Oggi i tifosi si domandano ironicamente: "Non si potevano dare alla Roma Joao Mario e D’Ambrosio?".