La striscia di tre sconfitte consecutive fra campionato e Coppe (Lazio, Napoli e Lione) sembra essere la fotografia di un esercito in perenne attacco, che ad un certo punto però si accorge che le linee di rifornimento sono tagliate. Non è un caso che questo filotto negativo della Roma sia il secondo peggiore vissuto da Luciano Spalletti nelle sue cinque stagioni e mezzo in giallorosso. Di peggio aveva fatto solo tra il 5 ottobre e l’1 novembre 2008, quando i k.o. consecutivi furono 5: Siena-Roma 1-0; Roma-Inter 0-4; Chelsea-Roma 1-0 (Champions); Udinese-Roma 3-1; Juve-Roma 2-0.
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“Triplete” alla rovescia. Roma: crisi o rimonte?
Solo una volta in giallorosso c’è stata una serie peggiore per Spalletti, che comunque carica il gruppo. I giocatori: "Siamo stanchi"
L’allenatore ha ragione quando dice che la testa può condizionare le gambe se si parla troppo di stanchezza, ma il fatto che la squadra spumeggiante nelle ultime due settimane sia sparita è un dato di fatto, scrive Massimo Cecchini su "La Gazzetta dello Sport". Perciò non sorprende che alcuni giallorossi abbiano confidato ai loro entourage e a dei colleghi di altre squadre una semplice verità: «Siamo stanchi morti». Esagerati? Possibile, però di certo la difesa che ha subito 8 gol nelle ultime 3 partite e i 16 tiri verso la porta subiti a Lione, sono segnali. Come l’utilizzo della rosa in queste partite così importanti. Un utilizzo assai inferiore al consueto, e a Lione gli ingressi tardivi di Paredes, Perotti ed El Shaarawy sono parsi stravaganti. Una cosa è certa: il mercato di gennaio non ha aiutato Spalletti, visto che è entrato in rosa solo Grenier. Spalletti ieri ha fatto bene ad avere un faccia a faccia con la squadra – nei cui riguardi dopo Lione è stato anche un po’ critico – per capire che margini ci siano per risollevarsi. Certo, nel ventre dello spogliatoio i sussurri delle solite fonti raccontano come i giallorossi dicano: «Ogni anno è sempre la stessa storia, finisce sempre male...».
L’arrivo di Pallotta la prossima settimana è garanzia quanto meno di una chiacchierata, anche se il presidente di sicuro non gli potrà dare quelle garanzie di grandi investimenti. Anzi, il tecnico sa bene come, se non si riuscisse neppure a tenere il secondo posto, i riflessi finanziari sarebbero pesanti. Il messaggio che Spalletti ha comunicato al gruppo è stato ovvio: «Non dovete mollare. Tutto è ancora aperto, e sia con la Lazio che col Lione possiamo ribaltare il risultato». Insomma, la speranza è in una specie di effetto Barcellona, o forse Luis Enrique. Quasi un paradosso.
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