L’uomo chiamato Champions non si ferma mai. Iker Casillas ha avuto il coraggio di abbandonare, in lacrime, i riflettori del Bernabeu per rilanciarsi nella dimensione più umana del Porto. Può darsi che la Roma spezzi il suo cammino, scrive Fabio Licari su la "Gazzetta dello Sport": per lui sarà comunque stata la 19ª fase a eliminazione diretta in venti edizioni consecutive di Champions. Un record non facilmente superabile. Se il Porto può sognare i quarti, è grazie alle parate di questo ragazzino di quasi 38 anni.
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Super Casillas, il fronte del Porto. Nessuno come lui
Il portiere è alla 19ª fase a eliminazione diretta in venti Champions League di fila: un record
Con il Real, cinque campionati, tre Champions, due Supercoppe europee, un Intercontinentale, un Mondiale per club, due coppe di Spagna e quattro Supercoppe. Non basta un armadio per contenere questo ben di dio arricchito da uno «scudetto» e una Coppa di Portogallo. Oggi Casillas vive nella zona di più bella di Oporto, il quartiere Ribeira, affacciato sul fiume Douro, davanti alle fabbriche di vino Porto e ai ristorantini. «Non mi pento della scelta», ha detto a Onda Cero in Spagna. Aggiungendo: «Il 2-1 a Roma? Meglio dell’1-0». Un campione di stile, tutti ricordano il suo invito all’arbitro di fischiare la fine di Spagna-Italia 4-0, finale di Euro 2012, per «rispetto degli italiani». Stasera, per l’Uefa, la gara 175 in Champions (la 186 tutte le coppe comprese). Nei grandi tornei europei nessuno quest’anno ha la sua media, 0,52 gol presi a partita, meglio di Alisson (Liverpool) a 0,53. In Champions, le gare senza prendere gol sono state 59, il 34% del totale: Zaniolo proverà a «sporcargliela» ancora quella maglia.
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