E l’Italia precipita nell’incubo. Una situazione dalla quale occorre risollevarsi subito con Israele, prima che le conseguenze del Bernabeu assumano proporzioni pericolose in prospettiva Mondiale. Non è tanto l’addio al primo posto che fa male, è il modo in cui questa inferiorità è stata ufficializzata. Il 3-0 è stato un’umiliazione psicologica e di risultato, scrive Fabio Licari su "La Gazzetta dello Sport". La Spagna ha fatto quello che ha voluto: tecnicamente non ne parliamo, fisicamente, ma anche tatticamente è stata una lezione. Il 4-2-4 di Ventura è andato a picco e con lui Insigne che regge solo il 4-3-3. Inguardabili Buffon e Bonucci. Sempre soli a centrocampo Verratti e De Rossi. Male anche Ventura che ha aspettato 70’ per un cambio o un’idea. Bisogna inchiniarsi a un giocatore meraviglioso, a Isco, indefinibile mezzala-trequartista a tutto campo. I suoi due gol sono il meno, il resto è stato magia. Un fenomeno.
rassegna stampa
Spagna troppo forte. Il Mondiale dell’Italia appeso a un playoff
Da Iniesta e compagni una lezione su tutti i fronti. Adesso serve reagire già martedì contro Israele per non sprofondare nell’incubo
Un’Italia tanto inferiore la ricordiamo all’Euro 2008 (0-3 con l’Olanda) e all’Euro 2012 (0-4 ancora con gli spagnoli). Qui non ci sono scusanti. Anche per la Spagna il campionato è cominciato il 19 agosto, ma loro corrono il doppio, il triplo, e soprattutto si muovono come noi abbiamo disimparato. L'Italia non è mai stata in partita. Ha avuto più tiri in porta, e un paio di occasioni notevoli di Belotti, ma sono state situazioni estemporanee. L’altra riflessione va fatta su come affrontare partite così. L’idea di quattro punte era intrigante, ma contro la Spagna non potevamo permettercelo. Difesa isolata e in confusione. Due mediani aggrediti e sempre in inferiorità. Attacco statico nel quale Belotti almeno ha fatto paura a De Gea. Squadra nel caos, messa male, subito nervosa e spaventata. Sembra lontanissimo il 2-0 dell’Europeo, ma lì, oltre al declino spagnolo, s’era visto un progetto. Qui purtroppo non c’è mai stata una soluzione B.
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