rassegna stampa

Roma, se il Pastore ha perso la strada. L’ex stella del Psg cerca un’identità

Il fantasista argentino ha deluso anche a Milano. In tre partite un solo acuto: il gol di tacco

Redazione

Siamo solo all’inizio di settembre e Javier Pastore, nonostante lo straordinario gol di tacco all’Atalanta, è entrato nel mirino dell’ambiente. Il discorso ha due facce, scrive Massimo Cecchini su "La Gazzetta dello Sport". La domanda è questa: può giocare da interno nel 4-3-3 di Di Francesco? In estate la replica era affermativa, adesso l’interrogativo sembra già cambiato: in quale posizione rende meglio o, quantomeno, può essere più utile alla causa giallorossa? Esterno alto di sinistra, così da non dover smontare il sistema di gioco dell’allenatore, o trequartista, dove esprimere le sue enorme qualità?

Probabilmente la risposta a tutti questi interrogativi s’incagliano su un tema di fondo: la condizione fisica. In un gruppo già poco brillante, Pastore pare ancora più indietro degli altri, e questo spiegherebbe la fatica che fa in tutte le posizioni, soprattutto da mezzala o da esterno d’attacco. Si sapeva che l’argentino avrebbe avuto bisogno di un periodo di riadattamento al calcio italiano, ma i sussurri di Trigoria dicono che il suo approccio in ritiro non sia stato esattamente da stakanovista della fatica. Ciò non toglie che Di Francesco lo abbia difeso: "Cerco di mettere i calciatori per farli rendere al meglio. Lui può giocare in tanti ruoli, ha grandi qualità tecniche. Col Milan non è stato brillantissimo. Deve entrare senza palla e deve darmi quel qualcosa in più". Anche perché si va dalle 13 palle perse di media (contro i poco più di 9 di quelli impiegati nei suoi ruoli) ai passaggi negativi, più di 8 a partita (contro i circa 5 di media).

Quella di Pastore è una scommessa che la Roma deve vincere perché, acquistato per circa 24,5 milioni, a 29 anni è difficile ipotizzare pensare di fare plusvalenze con un giocatore non più giovane e con lo stipendio alto (intorno ai 4 milioni). La società lo ha preso per regalargli a lungo un ruolo da leader, soprattutto nelle partite di Champions. La buona notizia (si fa per dire) è che l’argentino non è fra i convocati dell’Argentina in questa sosta per le nazionali. Perciò da lunedì sarà a Trigoria a lavorare con coloro che restano. Probabilmente proprio ciò che gli occorre per trovare una condizione fisica migliore.