rassegna stampa

Roma per pochi e cambi limitati. È la Spalletti-way

Schiera meno calciatori, ma chi entra incide di più. Il rischio: l’eccessivo minutaggio per i big

Redazione

La Roma è la squadra che in Italia, dopo 21 giornate, ha impiegato il numero più basso di calciatori: 20, tre in meno della Sampdoria che in questa classifica è penultima. Il Napoli è a 24, la Juventus a 25, lo scudetto è genericamente a una cifra superiore. Perché non s’è mai vista – se prendiamo come riferimento i campionati degli ultimi 10 anni – una squadra in lotta per lo scudetto che abbia una rosa così ristretta o, a seconda della chiave di lettura, un allenatore che scavi così poco in profondità tra i suoi uomini. Pochi, belli (no, brutti no) e cattivi, questo è il ritratto che ne viene fuori.

Scelta a 360 gradi, che ha una sua declinazione pure all’interno delle singole partite. Perché fa parte della stessa ideologia il fatto che Spalletti, in questa Serie A, sia il tecnico che effettua meno sostituzioni nei 90 minuti, una media di 2,67 a partita, solo 1.021’ regalati ai panchinari. Paradosso dei paradossi, Spalletti è pure il tecnico che dai cambi ha ottenuto di più: 6 reti prodotte da giocatori entrati dalla panchina (in testa al pari di Sarri e Giampaolo), in assoluto per 12 volte un uomo della Roma utilizzato a gara in corso è stato decisivo per un gol: nessuno ha fatto meglio in A.

La squadra, senza contare il portiere, ha già cinque calciatori oltre quota 1.500 minuti disputati in campionato (Manolas, Fazio, Nainggolan, Strootman e Dzeko). La Juve ne ha solo uno (Alex Sandro), il Napoli è fermo a tre (Hysaj, Hamsik e Callejon). Se è vero che tutti gli allenatori – ormai è pratica diffusa da anni – fanno dei calcoli intorno al minutaggio dei loro calciatori, ecco qui il vero limite potenziale della Roma in una volata scudetto.

(D. Stoppini)