rassegna stampa

Roma, il decollo è giusto: DiFra meglio di Spalletti

I giallorossi con cinque punti in più rispetto alla scorsa stagione: "Con il Milan segnale importante, ma il Napoli recita a memoria"

Redazione

Piano piano lo scetticismo sta volando via: oggi intorno a Di Francesco c’è una fiducia molto più forte di prima. Tra campionato e Champions sono arrivate in tutto 6 vittorie, un pareggio e una sconfitta immeritata, quella con l’Inter di Luciano Spalletti. Già, proprio lui, il fantasma che gli aleggiava intorno da quest’estate, quando parte della tifoseria giallorossa pensava che Eusebio non fosse all’altezza di Luciano. Ed invece Di Francesco è partito anche meglio di Spalletti, scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport".

Nelle prima sei gare di campionato lo scorso anno Spalletti aveva messo insieme appena dieci punti. Eusebio si è spinto molto più in là, fino a quota 15, che poi sarebbero potuti essere anche 18 se non ci si fosse messa di mezzo la sfortuna (tre pali) e il mancato rigore su Perotti contro l’Inter. Di più, nelle prime due partite di Champions Spalletti portò a casa un pareggio e una sconfitta (quelli nei playoff contro il Porto), mentre Di Francesco ha iniziato con un pareggio (contro l’Atletico) per poi virare verso i tre punti a Baku, con il Qarabag.

Di Francesco ha conquistato i giocatori con la sua filosofia e la sua personalità. Rispetto a Spalletti è meno rigido e più propenso al dialogo; meno inflessibile e più accondiscendente. Meno sergente e più soldato. Ai giocatori chiede tanto, ma ci parla anche. Prova a capirli, anche a perdonarli se la «marachella» non è grave. E pure con l’ambiente ha deciso di instaurare un rapporto diverso: sempre diretto, a volte anche duro. Ma basato sul confronto e sul rispetto reciproco.

Ieri Di Francesco era a Piacenza per un evento dell’associazione William Bottigelli (di cui è presidente), il cui ricavato sarà devoluto per l’acquisto di macchinari per l’ospedale di Piacenza. "La corsa alla vetta? Credo che sia presto per parlarne – ha detto – Tante squadre sono migliorate e poi c’è il Napoli che ha cambiato poco e conosce lo spartito a memoria. Ma noi stiamo trovando la strada giusta, a S. Siro abbiamo dato un segnale importante. Ma ora mi interessa solo lavorare".