Quando la Roma perde 3 delle ultime 4 partite, torna un argomento che è un po’ un «evergreen»: il rapporto non facile tra Luciano Spalletti e Francesco Totti. Due premesse d’obbligo, scrive Massimo Cecchino su "La Gazzetta dello Sport": 1) l’andamento di questa fetta della stagione ha poco a che vedere con questa storia; 2) a differenza di quanto si vociferava ieri nell’etere romano, tra i due non c’è stato alcun litigio dopo il derby.
rassegna stampa
Roma, fra Totti e Spalletti ritorna il Grande Freddo
Niente litigi ma, tra derby e Napoli, il capitano ha sofferto l’impiego sempre più esiguo. Il tecnico tira dritto e carica tutti: «Non si molla»
L’amarezza per il presente ha riportato in auge la questione dell’impiego del capitano romanista. Nell’ambiente ci si chiede se – almeno con la Lazio – un minutaggio più corposo avrebbe potuto essere utile a spostare l’inerzia del match. Spalletti è ad un bivio – restare o andare via – in cui anche la variabile Totti ha il suo peso. Ma anche la società esamina l’allenatore. L’intendimento è ovviamente quello di confermarlo, sorprende però come la gestione del capitano riesca a mandarlo in difficoltà non nella pratica, ma nell’emotività. Da Trigoria giungono queste riflessioni: 1) se un anno fa lo stesso Spalletti diceva che era felice di qualsiasi scelta Totti facesse, adesso legare il proprio futuro, da parte del tecnico, con rinnovo del capitano è pretestuoso; 2) se il «leit motiv» di Spalletti è stato spesso: «Ce ne vorrebbero venti come Totti», la replica è questa: ma se ci sono problemi a gestirne uno, come farebbe a gestirne venti?
Detto che ieri la giornata è corsa lungo i soliti binari, con un discorso motivazionale da parte del tecnico alla squadra («Non molliamo», il concetto di base), è logico che la quotidianità nasconda malesseri antichi. Ancora adesso, mormorano a Trigoria, quando l’Olimpico invoca Totti, il toscano pare soffrire. Il messaggio è chiaro: il tecnico pensa solo alla Roma e, semmai, soffre il tottismo e non Totti. Con queste premesse, è sempre più forte il tam tam che vuole Totti più propenso dare l’addio se resterà Spalletti. Insomma, quando Pallotta arriverà a Roma – tra il 16 e il 19 marzo – dovrà di sicuro confessare entrambi per evitare che la convivenza non sconfini nella sopportazione.
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