La storia di Francesco Totti con la maglia della Roma è arrivata al capolinea. Non è mai stato come gli altri, e la voce che alla Smit Trastevere giocava un piccolo fenomeno ci mise poco a farsi largo, anche in una città grande come Roma. Tappa intermedia, Lodigiani: quartiere San Basilio, lontano metà Raccordo da Trigoria, come scrive Calabresi su La Gazzetta dello Sport.
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Francesco ragazzo, invece, si prese lo scudetto 8 anni prima di Roma-Parma del 2001. Era sprecato per giocare con i ragazzi della sua età: sotto età in Primavera, scese con gli Allievi solo per le finali scudetto, stagione ‘92-93, quella in cui Boskov lo aveva già fatto esordire in A, a Brescia. Avrebbe potuto giocarle svogliato, quelle finali, e invece no. "Scese con grande umiltà, si inserì perfettamente nel gruppo – ricorda Ezio Sella, il tecnico di quegli Allievi –. Poteva giocare centrocampista centrale o centravanti, faceva la differenza ovunque. Era in grado di segnare 2-3 gol a partita, senza fatica. Già allora, era uno spettacolo: mi dispiacerà non vederlo più con la maglia della Roma, si perde un grande patrimonio, uno dei pochi giocatori rimasti a farti venire la voglia di andare allo stadio". Sella si è operato da poco al ginocchio, domani non ci sarà: "Troverò il modo di mandargli un messaggio". Gliene arriveranno a migliaia, ma nessuno potrà consigliargli il lavoro della sua seconda vita: "Se si sente di giocare ancora, perché non farlo? Per me può fare l’allenatore e pure il dirigente: sa inserirsi in qualsiasi situazione in poco tempo, capisce subito quello che deve fare". Lo avevano capito tutti, invece, cosa avrebbe dovuto fare, quando il viaggio che domani lo porterà per l’ultima volta nell’Olimpico non era ancora iniziato.
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