rassegna stampa

Roma e Di Francesco, perché vi siete arenati?

Di Francesco

Mancanza di identità, equivoci tattici e fragilità mentale. Il tecnico: "La cosa mi fa rabbia". E Pallotta non è contento

Redazione

Nelle ultime 7 stagioni, quelle made in Usa, la Roma non è mai partita così male (5 punti in 4 gare) se non nella prima, quella con Luis Enrique al timone (2011/12). Nessun allarme, almeno per ora, ma è certo che il prossimo ciclo di partite (Real Madrid in Champions, poi Bologna, Frosinone e Lazio) sarà importante anche per il futuro del tecnico, tenuto "sotto osservazione" dalla società. Anche perché, raccontano che dalle parti di Boston James Pallotta non sia affatto contento (eufemismo) di come stiano andando le cose, scrive Pugliese su 'La Gazzetta dello Sport'.

La squadra in questo momento fa fatica a trovare un’identità, a seguire una traccia. E la cosa preoccupa, perché di fatto Di Francesco ha avuto quasi l’intera rosa a disposizione fin dal via, dall’8 luglio. Il fatto che in quattro partite si siano cambiati già tre sistemi di gioco (4-3-3, 4-2-3-1 e 3-4-1-2) non aiuta. Pastore, preso per fare la mezzala, sembra faticare come passo e ritmo per giocare lì. Le sole mezzali sono Cristante e Pellegrini, due che hanno bisogno di giocare e crescere. E anche nel 4-2-3-1 De Rossi e Nzonzisembrano identici, manca la "mente". E poi la spalla di Manolas, al centro della difesa. Ieri ci ha giocato Jesus, il peggiore di tutti. infine Kolarov, lontano parente di quello dello scorso anno.

Il vero problema, però, sembra nella testa. La Roma è fragile, la cessione di Strootman ha tolto qualche certezza al gruppo, ad iniziare dai leader carismatici. "Avevamo bisogno di questa vittoria, ci avrebbe aiutato di testa e dato certezze in più – dice il tecnico –. Ora quel che dobbiamo fare è trovare cattiveria e determinazione, perché se a Madrid la mettiamo solo sul piano tecnico possiamo anche stare a casa". E chissà che la scintilla non arrivi proprio dall’atmosfera di Champions.