rassegna stampa

Questa Italia non riparte. Messi spettatore, ma l’Argentina bis fa male a Di Biagio

Leo non gioca, la prima del c.t. finisce con un k.o.: Insigne si mangia un gol, il 2-0 è di Banega e Lanzini

Redazione

Piccola Italia che ancora non cresce. Qualche segnale positivo sì, una ventina di minuti del secondo tempo che illudono per come il gioco improvvisamente si sviluppa fluido, aggressivo, divertente, sfiorando il gol, ma poi il ritorno sulla terra, scrive Fabio Licari su "La Gazzetta dello Sport". Non siamo usciti dal tunnel della depressione post-Spagna. Anche Insigne dimostra al solito che la maglia dell’Italia gli pesa il doppio di quella del Napoli, e sbaglia l’occasione enorme sullo 0-0. Di Biagio, il meno colpevole al momento, si adegua alla tradizione recente: come Ventura, Prandelli, Lippi e Donadoni finisce k.o. anche lui, contro l’Argentina di un’altra categoria. Uno 0-2 giusto, firmato Banega e Lanzini. Qualche occasione creata, ma terza partita di fila a secco, e troppe concesse. Compreso secondo gol in contropiede.

Vincono giustamente gli argentini, anche se soltanto nel quarto d’ora finale, dopo essere stati stoppati a lungo da un grande Buffon. E oggi sono irraggiungibili, pur con Messi rimasto in panchina pensando alla Spagna che, legittimamente, per l’Argentina conta di più. Non si poteva chiedere molto a Di Biagio, ma qualcosa in più sì, considerati i ritmi da amichevole: attaccare, velocizzare e verticalizzare poteva creare il break, ma tutto questo non è nelle nostre corde. Non abbiamo un leader, ma tanti buoni o discreti interpreti. Gli azzurri, pur in un 4-3-3 più sensato del 4-2-4 venturiano, sono rimasti a lungo ai margini e hanno aspettato un’ora per vedere la porta. Non servono speciali analisi tattiche per dire che il gioco è lento, che manca identità, e che così ci si espone al pressing di chi ha più cifra tecnica. Sampaoli si permette di sbeffeggiare Dybala e Icardi, su cui noi imposteremmo una Nazionale, ma ha Higuain sempre più nel gioco, Biglia leader, gli irriducibili Lo Celso e Lanzini a destra. E un Di Maria che la panchina al Psg andrebbe denunciata all’Onu. Dietro, Fazio-Otamendi non sono uno scherzo. Il 4-3-3 tendente al 4-2-3-1, quando Lo Celso incrocia, è troppo per l’Italia.

In un clima amichevole si è comunque lottato. Oltre a Buffon, hanno passato l’esame Rugani per senso della posizione, De Sciglio sempre presente, un po’ Verratti fino all’infortunio. Non bene Chiesa, dal quale era legittimo pretendere più incoscienza e arroganza, invece di limitarsi ad aspettare a destra senza aiutare Florenzi, in difficoltà su tagli e verticalizzazioni di Di Maria. Male Immobile e Insigne. Qualcosa s’è visto dai nuovi entrati nella ripresa. Pellegrini ha la testa per giocare in questa mediana, del mestiere di Candreva non sarà facile fare a meno.