rassegna stampa

Quell’ossessione del pressing alto: Bastos affondato

Roma asfissiante sui tre difensori avversari, il 2-0 nasce da un errore indotto del laziale

Redazione

Pressare sempre, pressare forte, alto e in modo intelligente. Il pressing ultraoffensivo è una delle chiavi con cui la Roma ha conquistato il derby, scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport". Lo si è notato soprattutto sul gol del 2-0, quello di Nainggolan.

La Roma sceglie spesso di pressare così, soprattutto quando affronta una difesa a 3 che in fase di possesso dal basso punta ad «aprire» la squadra. Nel caso specifico, El Shaarawy si è attaccato subito a uomo su Radu in modo da escluderlo dal palleggio, con Perotti che invece ha lasciato l’invito per lo scarico del pallone di De Vrij (pressato fortissimo da Dzeko appena entrato in possesso della palla) su Bastos. La scelta non è stata casuale ma fatta con cognizione, perché l’angolano dei difensori laziali è quello con meno qualità tecnica e quindi più facile da indurre all’errore se attaccato con i tempi giusti. Cosa che è di fatto avvenuta, con la pressione di Perotti proprio nel momento dello scarico di De Vrij. Una volta riconquistata la palla la Roma attacca la porta con gli inserimenti delle mezzali (Strootman piuttosto che Nainggolan) e dell’esterno opposto (in questo caso Florenzi, bravo a tenere larga la difesa). Sul 2-0 è riuscito perfettamente, con Nainggolan a rimorchio imbeccato dallo stesso Perotti. Una soluzione che funziona perché in queste situazioni la retroguardia avversaria si ritrova sbilanciata.