Raccontano che sia schivo e quasi timido, tanto che appena arrivato al Copenaghen, nel 2016, il preparatore dei portieri Scheutjens gli consiglio di urlare un po’ di più in mezzo al campo. Ecco, quella timidezza a Roma dovrà metterla subito da parte, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport, se vuole davvero raccogliere nel migliore dei modi l’eredità del suo predecessore. Olsen, allora, si presenta così ai media e ai tifosi: "Alisson qui a Roma ha dimostrato a tutti il suo valore. È un grandissimo portiere, ma ha lasciato il club e la Roma ha deciso di acquistare me. Si parla molto di questo testimone ideale che raccolgo. Alisson ha tutto il mio rispetto, ma io devo solo concentrarmi sul mio lavoro per la squadra".
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Del resto a sceglierlo è stato il d.s. Monchi, uno che con la porta una certa confidenza ce l’ha, visti i trascorsi agonistici. Insomma, dovrebbe essere una garanzia anche per i più scettici. "La Roma per me è una grande occasione – dice lui – Ho giocato qualche partita in Champions, il Mondiale, esperienza ne ho accumulata. Sono uno che dà tutto in partita e in allenamento e che lotto sempre per ciò che voglio. L’obiettivo, però, è chiaramente migliorare ancora". E su questo, appunto, garantisce Monchi: "Ho cercato un portiere esperto, che sia una garanzia. Mi piacciono i numeri uno semplici, non spettacolari, ma tecnici. Olsen lo è".
Del resto per uno che è vissuto tra la Svezia (dove è cresciuto) e la Danimarca (dove si è affermato e di dove è originaria la sua famiglia), essere freddo e glaciale è quasi un obbligo. Olsen è uno che non fa tardi la sera, a volte non va alle cene, non ama i tatuaggi e, più in generale, non gli piace sentirsi una star. Il prototipo dell’antidivo, insomma, e su questo somiglia – e molto – a chi l’ha preceduto e cioè Alisson. Costato 8,5 milioni più 3,5 di bonus, potrebbe diventare il giocatore più caro del calcio danese (finora il record sono i circa 10 milioni pagati dal Borussia Dortmund per prendere emre Mor dal Nordsjaelland). Nel caso, però, vorrà dire che Olsen se non sarà riuscito a far dimenticare Alisson, ci sarà andato comunque vicino.
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