Radja Nainggolan a metà tra l’inferno che è il Belgio e quella Mirabilandia che è San Siro. A mezzogiorno, mentre il c.t. Roberto Martinez comunicava un’altra lista di convocati – la seconda di fila – senza il suo nome, il giallorosso si allenava mescolando occhi tristi a gambe forti. Come scrive Davide Stoppini su "La Gazzetta dello Sport", non è un’esclusione qualunque: Nainggolan rischia il Mondiale in Russia.
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Ninja (solo) a Roma. Ora Nainggolan rischia il Mondiale
Ancora escluso dal Belgio ma consolato da Di Francesco: a San Siro il gol gli viene facile
E' il peggior momento della sua storia con il Belgio, proprio mentre prepara il ritorno nello stadio che ha segnato il picco più esaltante della sua storia in Serie A, la doppietta all’Inter del 26 febbraio scorso. «È una decisione puramente calcistica», ha detto Martinez parlano dell'escussione del Ninja. Ci credono in pochi, in Belgio. Sui social, ieri pomeriggio, è diventata popolare un’immagine e un hashtag del tipo «Je suis Radja». «Voglio dare continuità al lavoro fatto – ancora Martinez –. Abbiamo trovato le migliori situazioni possibili, non serve sperimentare, in futuro si vedrà. Nainggolan è nel gruppo dei 50 giocatori che monitoriamo, ma adesso le cose vanno meglio senza di lui». Chi conosce le cose dei Red Devils racconta di un c.t. che ancora non ha digerito i ritardi alle riunioni tecniche – uno per Radja, tre secondo quanto fatto filtrare da Martinez – dello scorso giugno.
Nainggolan ieri non è certo rimasto sorpreso per la notizia, ma non ha nascosto la delusione con chi gli stava attorno. Ha evitato di commentare, scegliendo la strada del silenzio. A leggerla con gli occhi di Di Francesco, può essere messa anche così: il tecnico può sperare di far leva sulla rabbia di Nainggolan già da domani, motivo in più per far ruotare il centrocampo attorno al belga. San Siro gli fa bene all’animo: in nessun altro stadio – Roma e Cagliari esclusi, per ovvi motivi – ha segnato di più (tre gol).
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