Serie A e Serie B sono ancora alle prese col rinnovo dei propri organismi, sebbene le elezioni federali siano state celebrate quasi tre settimane fa. La Lega di A ha visto consumarsi mercoledì l’ennesimo scontro tra grandi e piccole: le prime hanno lasciato polemicamente l’assemblea parlando di "frattura insanabile". Lunedì s’insedierà il consiglio federale del Tavecchio bis che dichiarerà decaduti gli organi della A e darà tre settimane di tempo per procedere con le nomine. "Una sconfitta del calcio", l’ha definita il d.g. della Figc Michele Uva, che ha aggiunto: “Il commissariamento sarebbe comunque un aiuto a creare una forma di dialogo ma secondo me ci sono i margini per arrivare a un accordo e noi tifiamo per quello", come scrivono Brega e Iaria su La Gazzetta dello Sport.
rassegna stampa
Lega, le diplomazie tornano al lavoro. Stop a Lotito in B
Le big chiedono di stralciare l’articolo 19. Oggi assemblea di B: si va verso il rinvio
Mercoledì le medio-piccole sono sostanzialmente venute incontro alle grandi sul tema della governance, accettando la figura forte di un amministratore delegato della Lega, con un presidente di garanzia. Certo, le sei big (Juve, Milan, Inter, Roma, Napoli, Fiorentina) chiedono che l’a.d. sieda anche in consiglio federale assieme a un consigliere delegato e al presidente, escludendo i rappresentanti dei club: un punto d’incontro si può trovare lasciando aperta la possibilità, con decisione finale dell’assemblea. Ma la rottura si è materializzata sull’articolo 19, che disciplina la ripartizione dei proventi tv.
Cosa chiedono le big? Di stralciare l’articolo 19 o di limitarsi a scrivere enunciazioni di principio, al massimo con una specifica sul paracadute, a patto che venga regolamentato per evitare le derive di questi ultimi anni, cioè di squadre che non investono e hanno addirittura convenienza a retrocedere. Un’ipotesi allo studio è quella di una specie di paracadute meritocratico: più punti fai in classifica, più soldi porti a casa. Nel fronte delle 14 alcune società la pensano più o meno allo stesso modo, tanto che lo schieramento pro grandi può già contare adesso su 11 club, incluse società più aperte al confronto come Cagliari, Bologna, Torino, Sampdoria, Empoli. Un buon compromesso potrebbe essere il seguente: si approva il nuovo statuto, si lascia in sospeso l’articolo 19 dando mandato al futuro presidente di farsi garante per un’intesa, si procede con le elezioni. Non va sottovalutato, però, l’effetto Claudio Lotito. Già mercoledì il suo intervento ha insolentito le grandi. È vero che non ha più i fatidici 14 voti e che il suo peso politico si sta sgonfiando, però può sempre esercitare un blocco. Uno snodo importante ci sarà oggi, con l’assemblea elettiva della Lega di B.
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