È tutto un attimo, questo derby. Lo spazio di un minuto, un minuto a testa, niente di più. Perché hai voglia a cercare con la torcia protagonisti che non lo saranno mai. Ciro ed Edin arrivavano a questa serata con il peso della storia che diceva: mai, in un incrocio capitale di campionato, s’erano affrontati due attaccanti con 41 gol nel portafoglio. Puff, un attimo e ti trovi col portafoglio vuoto, la prossima pagina di storia da scrivere quando torna il professore. In campo, all’Olimpico, un’ora e mezzo di buco.
rassegna stampa
L’attimo no di Ciro, Edin ancora stregato dal tabù biancoceleste
L’azzurro ha una sola occasione e la spreca malamente. Il bosniaco non segna alla Lazio per la sesta volta di fila
L’attimo di Ciro è arrivato dentro una partita anonima, preso com’era il centravanti della Lazio a fare a sportellate e pedate con i difensori della Roma, ancor più che a cercare l’uno due vincente con i suoi trequartisti. Eppure a metà del secondo tempo, quando Milinkovic era riuscito a scucchiaiare un pallone sotto la Nord, ecco Immobile e un esterno destro un po’ maldestro, pallone largo. Tutto qui, l’attimo di Ciro, unico tiro della sua partita, al 21 del secondo tempo.
L’attimo del centravanti di qua, bosniaco e giallorosso, è tutto in sessanta secondi di fuoco quando qualche tifoso abbandonava già lo stadio e qualche compagno già pensava allo shampoo della doccia. Bum, colpo di testa e parata di Strakosha. Bum, altra testa e traversa. Bum, missile da fuori area e pallone che stavolta il palo lo liscia di poco. Prima e dopo, tanta fatica e tante sponde, regista occulto di una Roma che al termine della settimana santa non riesce a renderla santissima.
Non era giornata di gol, la Lazio resta un piccolo tabù perché ora diventano sei i derby di fila senza una gioia per Edin. Occhio, mica è finita, la corsa continua. Diventa una gara a tappe, più che una classica da 90 minuti e via: sei giornate, Ciro ed Edin avversari e il terzo incomodo Icardi che fa il loro stesso mestiere e osserva più che interessato. Con una certezza: non si finisce con il 41, non è quello l’autobus giusto. A Lazio e Roma servono altri gol per garantirsi l’Europa che pesa per il prossimo anno. E non cercateli altrove, sarebbe tempo sprecato.
(D. Stoppini)
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