rassegna stampa

La mamma di Antonucci: “Io e il mio Mirko, che gioia vederlo nella sua Roma”

L'esordio del classe '99 è anche merito di una donna speciale: "L'ho cresciuto da sola e ora lo vedo felice: se lo merita"

Redazione

Dal sogno alla realtà e dal poster in cameretta di Totti all’assist per Dzeko. L’esordio in Serie A di Mirko Antonucci al Marassi non poteva essere più bello di così: Romano e romanista, l’attaccante diciottenne, bravo con entrambi i piedi e abile trequartista ed esterno alto, è cresciuto nel quartiere Appio, tra San Giovanni e Furio Camillo.

Sempre col pallone tra i piedi, una passione che mamma Lucia e nonno Settimio hanno sempre sostenuto, accompagnandolo fin da piccolissimo ogni giorno agli allenamenti della sua prima squadra: l’Atletico 2000. È proprio qui, nel campo della Certosa, che Bruno Conti lo notò e decise di portarlo nel 2014, dopo una lunga trattativa e un’offerta da 18mila euro, a Trigoria. Da quel momento sono passati tre scudetti giallorossi tra Giovanissimi, Allievi e Primavera, oltre a due presenze con la Nazionale Under 18 e due mesi insieme alla prima squadra. Non ci ha messo molto a farsi notare e a ottenere la fiducia non solo di Alberto De Rossi, che difficilmente rinuncia a lui nel suo tridente titolare, ma soprattutto di Eusebio Di Francesco che lo ha sempre visto come un gioiellino pronto a far brillare la Roma. Prima del match contro la Samp lo ha fatto sedere ben nove volte in questa stagione in panchina e prima ancora lo ha portato quest’estate in ritiro a Pinzolo e in tournèe negli Stati Uniti. Una stima confermata anche dalla società, che cinque mesi fa l’ha blindato con un contratto fino al 2022 sapendo dell’interesse di molti club italiani, come Inter e Genoa, ed europei, come il Manchester United di Mourinho.

Educato, gentile, sempre con la battuta pronta. Ma non concentratissimo a scuola, visto che quando era al liceo il sabato mattina prima di partire per il ritiro doveva seguire tre ore di ripetizioni tra storia, matematica, italiano e inglese: Mirko, che ha perso il padre da piccolo, è un ragazzo semplice, che non si è mai montato la testa, nonostante vesta i colori della Roma da tempo. Merito soprattutto di mamma Lucia che mercoledì ha visto suo figlio dalla tv entrare per la prima volta in campo. Nemmeno lei poteva immaginare di commuoversi quando lo ha visto entrare. "Sono orgogliosa di Mirko. È una gioia immensa vederlo giocare nella Roma. Siamo stati sempre io e lui, l’ho cresciuto da sola e adesso lo vedo felicissimo: dopo tanti anni di sacrificio se lo merita. Ma adesso deve continuare a lavorare: da sempre sa che la cosa più importante è avere in testa una cultura sana: quella del sacrificio e del lavoro".

(F. Scano)