Come all’andata, l’ha chiusa lui. Anche se si tratta di un epilogo totalmente diverso, nel risultato e nelle sensazioni. Il 29 settembre scorso Aleksandar Kolarov era uscito da trionfatore assoluto, dopo aver siglato il gol che aveva riportato avanti la Roma festeggiato con l'inchino e quel saluto polemico verso la Monte Mario e i suoi ex dirigenti biancocelesti. Ieri, invece, ha chiuso il derby con quel rosso, eccessivo che però per i laziali ha avuto il sapore della rivincita, scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport".
rassegna stampa
Kolarov, da un derby all’altro il suo mondo si è capovolto
All'andata il gol su punizione e l'esultanza sotto la Monte Mario. Ieri il rosso che ha chiuso la partita
Quando ha dovuto lasciare il campo, il pubblico laziale lo ha fischiato a lungo e lo ha anche provocato, con molte mani in area a fare il gesto delle tre dita. Quelle stesse tre dita che nella simbologia del nazionalismo serbo vogliono dire tante cose ma che ieri, a Kolarov, non sono proprio andate giù.
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