Lorenzo Insigne lo ha espresso con naturalezza, l’ennesima dimostrazione che lasciar parlare i propri tesserati può essere per il Napoli motivo di crescita: "Siamo maturi per qualcosa di importante e le ultime partite lo hanno dimostrato, dalla prossima stagione partiremo con altri obiettivi rispetto al recente passato perché lavoriamo da tanti anni tutti insieme e vogliamo realizzare un sogno chiamato scudetto". Per Insigne conquistare il tricolore a Napoli avrebbe un sapore speciale. Spesso la sua parabola è stata accostata a quella di Totti, profeta in patria come pochi altri hanno saputo essere nella loro carriera. Lorenzinho non si sottrae a un paragone ingombrante e lo fa con gran classe riconoscendo al campione della Roma il merito di certe scelte: "Francesco è stato ed è un campione, mi spiace che la sua storia con i colori giallorossi sia terminata. Gli faccio i miei complimenti per aver rifiutato grandi offerte pur di restare nella sua città e vincere lo scudetto con la squadra che ama, io spero di fare lo stesso e di conquistare il tricolore con il Napoli perché l’ho sempre desiderato". Parole da leader vero, lucide come l’analisi sulla stagione che si chiude domani contro la Sampdoria (ma De Laurentiis e Sarri dovrebbero incontrarsi a Roma martedì per un importante vertice) e le prospettive: "Secondo me, questo è il Napoli più forte in cui ho giocato. Speriamo di finire bene a Genova e di aiutare Mertens a diventare capocannoniere, poi chiederemo cosa avrà fatto la Roma", come scrive Monti su La Gazzetta dello Sport.
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Insigne: “Ho un progetto: essere il Totti del Napoli”
Parla l'attaccante partenopeo: "È rimasto con la squadra che ama e ha vinto lo scudetto: spero di fare lo stesso. Finiamo bene con la Samp, poi chiederemo della Roma"
Il terzo posto potrebbe spaventare visto che costringerebbe ad una preparazione accelerata, ma Albiol addirittura ribalta il fronte e lo fa dall’alto della sua esperienza. "Ci sarà pressione già da metà agosto qualora dovessimo giocare il preliminare Champions, meglio così. Ci siamo abituati e non l’avvertiremo, anzi la sentiremo solo se ad un paio di giornate dalla fine saremo al primo posto".
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