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Il salto di Santon. Si è preso la Roma spazzando i dubbi: “La mia rinascita”

LaPresse

L’esterno è la sorpresa giallorossa: "Sto bene. Devo riscattarmi e ripagare la fiducia del club"

Redazione

Che la Roma fosse nel suo destino Davide Santon, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport, l’aveva già capito quel 21 gennaio del 2009, quando nei quarti di finale di Coppa Italia Mourinho gli affidò la fascia sinistra, a 18 anni appena compiuti. "Ha giocato il bambino", disse lo Special One, con i nerazzurri che vinsero 2-1 una delle tante sfide con i giallorossi finite in quei tempi tra mille polemiche (basti pensare all’Inter-Roma 3-3 del primo marzo successivo, quella dello «zero tituli»).

Quello fu il suo esordio assoluto, un segno del destino. Oggi, a quasi 28 anni, Santon è cresciuto e quel bambino lì ha lasciato oramai spazio ad un ragazzo a caccia di rivincite. Con i giallorossi la storia è iniziata in salita, con il suo sbarco nella Capitale che è stato accompagnato da polemiche, congetture e anche qualche cattiveria.

C’era chi diceva che Santon fosse un «pacco» rifilato dall’Inter e chi che non fosse più capace neanche di giocare a calcio, a causa di un ginocchio (il destro) che gli ha fatto saltare tre trasferimenti: Sunderland, Napoli e West Ham, tre no successivi sempre alle visite mediche. "Posso giocare tutte le partite, anche ogni tre giorni – disse il giorno della presentazione –. Come altri giocatori ho avuto degli interventi al ginocchio e devo gestirlo. Se c’è un doppio allenamento, posso riposare in una delle due sedute. Ma il ginocchio sta bene". Ed infatti due partite di seguito le ha giocate con Frosinone e Lazio, nello spazio di 4 giorni. Ed i risultati sono stati molto buoni. "So dello scetticismo ambientale, qui basta accendere la radio per rendersi conto delle cose. Sono arrivato sapendo che questa per me doveva essere una rinascita, dovevo riscattarmi e ripagare la fiducia della Roma. Poi puoi avere degli alti e dei bassi, ma ho voglia di rimettermi in gioco e le risposte stanno arrivando. Certo, due gare vogliono dire poco, ma dobbiamo puntare in alto. E io voglio restare qui a lungo" ha detto a Sky.