Novello Ponte dei Pugni, il passaggio pedonale su viale degli Annibaldi è diventato luogo e pretesto per misurare il valore delle forze in campo. Un tempo sotto il controllo romanista, oggi passato in territorio laziale, sul ponte all’ombra del Colosseo, da mesi, gli ultrà rivali si scambiano messaggi in codice, scrive Alessandro Catapano su "La Gazzetta dello Sport".
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Il ponte sul Colosseo e la contesa fra ultrà
Da luogo simbolo dei romanisti, ora è passato in mano ai laziali. Per gli inquirenti i messaggi sono una sfida aperta tra gruppi rivali
Questa storia va avanti da un bel po’. Per anni, il ponte – scelto per il colpo d’occhio che il Colosseo alle spalle effettivamente regala – è stato utilizzato dai romanisti, per ragioni diverse, alcune assai discutibili: celebrare un gol di Totti, rinverdire la memoria di Antonio De Falchi, ma anche esprimere solidarietà a Daniele De Santis, l’omicida di Ciro Esposito, bacchettare Spalletti, che aveva richiamato i tifosi allo stadio, rincuorare Florenzi infortunato, perfino ringraziare il ministro Lotti e il suo intervento per rimuovere le barriere. Poi, alla vigilia del derby di andata di coppa Italia, con un inequivocabile e poco originale «Roma me…», è passato in mano laziale. Un blitz che ha colto di sorpresa i rivali, sempre più spaccati e costretti – gli rinfacciano quelli della Nord – a emigrare in periferia. È qui che nasce lo striscione esposto nella curva laziale domenica scorsa, prima del fischio d’inizio: «Romanista marameo, hai sbagliato Colosseo. Per attaccare uno striscione l’hai dovuto fare all’Eur», con riferimento ad una scritta, di matrice giallorossa, apparsa nei giorni precedenti in zona Palazzo della civiltà del lavoro, alias Colosseo quadrato.
Lo striscione esposto all’Olimpico domenica in realtà conteneva un altro messaggio, quasi un invito a battersi: cari romanisti, noi vi aspettiamo qui, sul vostro ponte, quando volete venire… Una lettura che toglie il sorriso e pone più di un interrogativo: questo ritrovato «dialogo» tra le due opposte fazioni, che indubbiamente coincide con la rimozione delle barriere e il ritorno in curva degli ultrà duri e puri, prelude ad una recrudescenza della rivalità, ad un ritorno della violenza, oltretutto delocalizzata rispetto al passato? Segnali inquietanti, che la Questura non ha alcuna intenzione di sottovalutare.
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