Il giorno dopo l’inquietudine, se possibile, aumenta. Striscione minatorio e manichini appesi con le maglie di Salah, De Rossi e Nainggolan. Una messa in scena degna delle peggiori faide messicane, per qualcuno anche un regolamento di conti interno all’estrema destra romana, scrive Alessandro Catapano su "La Gazzetta dello Sport". Di certo, nulla a che fare con gli sfottò che un tempo, ormai lontano, caratterizzavano i post-derby della Capitale, ma una tecnica assai più vicina agli avvertimenti criminali.
rassegna stampa
Il caso manichini. La Bindi avverte: “Come la malavita”
La presidente dell’Antimafia: "Attenzione, sono metodi sempre più simili alla criminalità organizzata"
Deve far riflettere il monito lanciato ieri da Rosy Bindi, deputato Pd e presidente della Commissione parlamentare antimafia che da mesi prova a far luce sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel calcio italiano. "Le indagini faranno il loro corso ma l’episodio non si può sottovalutare – avverte la Bindi –. In uno spazio pubblico e simbolico della città di Roma è stata messa in scena una macabra intimidazione. È intollerabile. Il tifo dovrebbe essere espressione di una passione sana e giocosa e invece si moltiplicano minacce e insulti ai giocatori, sempre più sotto tiro". Poi, l’avvertimento più inquietante: "Le tifoserie stanno mutuando comportamenti violenti e intimidatori molto simili a quelli della criminalità organizzata e il confine si fa sempre più labile, come stiamo registrando anche nella nostra inchiesta".
La deriva in cui sembra essersi abbandonato il calcio italiano, del resto, in certe piazze contiene anche profili di pericolosità. Le criticità di Roma sono state sintetizzate anche recentemente dal capo della Polizia Franco Gabrielli: "Il 27% degli abbonati romanisti in curva Sud ha precedenti penali". Un dato che spiega anche perché qui sia stato necessario nelle ultime stagioni adottare provvedimenti restrittivi per riportare in sicurezza le curve dello stadio Olimpico.
Ecco perché stona la posizione tenuta sulla vicenda manichini dal tecnico della Lazio Simone Inzaghi: "Io sono fortemente contrario a ogni forma di violenza ed è giusto che venga condannata in tutte le sedi. Però penso anche che tutte le volte non si debba cercare del marcio per forza. Vivo a Roma da più di 20 anni – spiega l’allenatore biancoceleste – e so perfettamente come funzionano le cose dopo i derby: ci sono sempre sfottò da entrambe le parti, ma a volte bisogna fare distinzioni tra fatti realmente gravi e sfottò". Ambiguo, anche più del comunicato della Lazio del giorno prima.
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