L' imprevedibilità a volte allegra di "Bonnie e Clyde" fa venire in mente, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport, proprio quella coppia "Pastore e Kluivert" che la Roma sta tenendo a battesimo in questa tournée statunitense, col talento argentino capace d’innescare quello altrettanto splendente dell’olandese figlio d’arte. Tra l’altro, due giorni fa è stato Francesco Totti – non uno qualsiasi – a santificare le loro qualità.
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Fiducia Pastore: “Roma, sono qui per vincere tutto”
L'argentino: "Voglio successi come nel Psg". E Kluivert si scalda per il Barça: "Tiro bene, ma posso migliorare"
"Ha detto delle parole molto belle, fa piacere che un giocatore come lui abbia parlato in quel modo di me – dice sorridendo Pastore – . È un piacere trascorrere insieme questi giorni negli Stati Uniti. Abbiamo imparato tanto da lui quando eravamo giovani. Spero di essere all’altezza delle parole di Totti e di aiutare la squadra a fare bene".
Soprattutto se entrerà in fretta negli schemi di Eusebio Di Francesco. "Da mezzala mi trovo bene. L’importante è capire i movimenti che vuole il tecnico, tatticamente devo essere bravo ad aiutare la squadra a difendere. Anche a Parigi ho giocato tante volte da mezzala, anche se in modo diverso. L’importante è allenarmi duramente per tornare in condizione e fare tutto ciò che mi chiede Di Francesco".
Le ambizioni di Pastore sono da primo della classe. "Personalmente voglio vincere tutto. Vengo da una squadra, il Psg, che in questi anni ha vinto tantissimi titoli, perciò voglio vincere anche qui. Sarebbe magnifico avere la possibilità di arrivare in finale di coppa Italia, o di arrivare alla terzultima giornata di campionato ancora in corsa per lo scudetto. La Champions League? Dobbiamo vedere con quali squadre capiteremo nel girone, ma i nostri obiettivi sono quelli di vincere. Si gioca per vincere non per partecipare".
Il messaggio, forte e chiaro, è recapitato anche a Kluivert. "Quella all’Ajax è stata una grande esperienza – dice Roma Tv –, ma ho scelto i giallorossi perché volevo cambiare, e sono contento della mia decisione. Nella mia decisione ha pesato anche la famiglia, che è molto importante per me; avevamo delle buone sensazioni e ho scelto i giallorossi. Papà (Patrick, ex Milan, ndr) ha avuto una grandissima carriera e per me non è difficile relazionarmi con lui, mi sprona ogni giorno e non sento la pressione. Il tiro dalla distanza, è il mio punto di forza, ma che posso migliorare".
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