Il giorno dopo il parere della Soprintendenza è un po’ un «tutti contro tutti». Da una parte proprio la Sopraintendenza che ci tiene a specificare – tramite la direttrice Margherita Eichberg – come non si sia svegliata con un paio di anni di ritardo. Dall’altro la Roma, disponibile a salvaguardare in caso la famosa tribuna di Tor di Valle in altro loco, non mancando però di sottolineare come «sia singolare la tempistica del parere», minacciando per la prima volta una possibile causa, «avviando certamente ogni azione a tutela del nostro progetto». Poi ancora il Codacons, entrato nella Conferenza dei servizi«per dare voce in merito ai cittadini» e Virginia Raggi: «Con questo parere ci sono nuovi elementi che incidono sulla valutazione e realizzazione del progetto». La Eichberg, poi, scrive Pugliese su La Gazzetta dello Sport, ha chiarito la posizione «la nostra sia un’iniziativa per tutelare un pezzo di storia dell’architettura. Il procedimento si concluderà tra 120 giorni, i proponenti ne hanno 80 per risponderci e chiedere che il vincolo non venga apposto. Ma è dal 2014 che diamo pareri di forte criticità, a cui non è seguita alcuna revisione progettuale. Nella conferenza il Governo ha un rappresentante che potrà mediare il parere negativo. Ma non vedo come». Impressioni? Sembra davvero l’inizio di una lunga battaglia. Legale.
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Eichberg: «No dal 2014». La Roma: «Causa pronta»
Il parere della Soprintendenza ha aperto scenari negativi. I proponenti, sottolinenando i tempi singolari della richiesta, sono disposti a salvaguardare la tribuna dell'Ippodromo
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