Se la loro storia professionale, un giorno, venisse santificata da una vittoria indimenticabile, di quelle che valgono una stagione, state certi che un ragazzo di Sarajevo e uno di Torre Annunziata diventerebbero cittadini di Roma per sempre. Comunque, per portarsi avanti col lavoro, Edin Dzeko e Ciro Immobile si sono integrati nella Capitale come non capita così di frequente.
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Ecco il derby, c’è aria di gol: Dzeko sfida il digiuno, Ciro non dimentica Olsen
Il bosniaco con i gol può aiutare Di Francesco a blindare la panchina. Immobile e il riscatto Lazio col portiere che gli ha negato il Mondiale
Certo, il derby è una sorta di tagliando, un passaggio obbligato che fa da cartina di tornasole alle ambizioni di entrambi, soprattutto in un momento in cui il giallorosso arranca e il laziale è in crescita. La Capitale, oggi, li attende, scrivono Massimo Cecchini e Stefano Cieri su "La Gazzetta dello Sport". Soprattutto Eusebio Di Francesco, che perdendo malamente la Stracittadina vedrebbe di nuovo messa in discussione la panchina. Il bosniaco, insomma, stavolta gioca anche per lui.
Anche Immobile sarebbe voluto approdare prima alla Lazio. Nella Roma biancoceleste ha trovato il suo habitat naturale, la squadra giusta dove esprimere al meglio tutto il suo potenziale. I tifosi lo adorano, la società lo coccola. Al punto da proporgli un nuovo rinnovo contrattuale meno di un anno dopo il precedente. Un accordo (sarà firmato a breve) che lo porterà a guadagnare 3 milioni più bonus l’anno. Una dichiarazione d’amore che merita di essere ricambiata. E il derby è l’occasione migliore per farlo. Ciro aggiusta la mira. Per la Lazio, per il derby e anche per Olsen. Sì, con il portiere che ha negato il Mondiale a lui e all’Italia . Dice lo svedese. "Il ritiro ci ha fatto bene, ma adesso penso alla Lazio. È una partita che potrebbe darci una spinta importante per il futuro". Vero, ma Immobile oggi vuole regolare i conti.
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