Fossero nati una sessantina d’anni prima, magari Ivo Andric avrebbe speso qualche pagina del suo «Ponte sulla Drina» per tratteggiare la profondità dell’amicizia tra Edin Dzeko e Aleksandar Kolarov, un bosniaco musulmano e un serbo ortodosso, stretti da quel ponte immaginario che univa prima Manchester e ora Trigoria.
rassegna stampa
Dzeko e Kolarov, il ponte sulla Roma che vince
Capitani di Bosnia e Serbia, in campo e fuori sono indivisibili
Come scrive Davide Stoppini su "La Gazzetta dello Sport", si diverte anche la Roma a vederli duettare in campo. Dzeko e Kolarov si cercano come fratelli. Non c’è compagno da cui Edin abbia ricevuto più passaggi, forse sarà perché Aleksandar quando alza la testa si fida soltanto di lui: 96 passaggi tra campionato e Champions, di cui solo 18 sono cross, il resto sono preghiere all’amico affinché l’azione scorra nella maniera giusta. E il feeling è ovviamente corrisposto. Nainggolan a parte (per una questione di vicinanza), è a Kolarov che Dzeko ha trasferito il pallone più volte: 56.
Uno è capitano della Bosnia, l’altro lo è appena diventato della Serbia. Ma si sono conosciuti sotto la bandiera del Manchester City e non hanno mai interrotto il loro rapporto. Il l bosniaco vive a Casal Palocco, il serbo da solo all’Eur – moglie e figli sono ancora in Inghilterra – e molto spesso è a casa dell’amico.
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