rassegna stampa

Dubbi, tensioni e punti: la lucida follia del 9 che sboccia con Schick

L’agente del bosniaco tratta ancora l’ingaggio col Chelsea. Edin è nervoso, l’"erede" lo sblocca. Di Fra: "Finché c’è gioca"

Redazione

E la chiamano lucidafollia, che poi scegliete voi quale delle due parole sia fuori tema. Forse nessuna, perché il risultato che ne viene fuori è questo qui: Edin Dzeko in campo con i nervi a fior di pelle e comunque decisivo, mentre l’agente tratta l’ingaggio con il Chelsea e la Roma resta lì in attesa dopo aver trovato l’accordo con i Blues.

Se Dzeko gioca è perché è giocatore centrale per DiFrancesco anche con il cartello «vendesi» appeso al collo. "La cessione? Se la fanno, ci sono motivi validi, e la società li ha. Magari poi me li spiegheranno... – dice ironico alla fine Di Francesco, arrabbiato però per il mancato fallo su Strootman prima del rigore –. Inutile nascondersi, c’è una trattativa ma io finché posso lo utilizzo. E alla fine è stato comunque determinante".

Il bosniaco aveva sulla pelle tutte le chiacchiere degli ultimi giorni. Nervoso come mai, isterico perché un uomo vive di sentimenti e la voglia di lasciare una firma prima di imbarcarsi per l’Inghilterra. E quando funziona così, quasi mai funziona bene. Quando l’allenatore si decide a mettergli vicino Schick la musica cambia. Il gol è nell’aria, arriva sul cross di un esordiente. Arriva con Dzeko, lucida follia completata. Anzi no. Perché magari va a finire come spera Nainggolan: "Edin è un giocatore forte e io vorrei sempre che i giocatori forti rimanessero a Roma". Hai visto mai.

(D. Stoppini)