Tutto da rifare. L’asta per i diritti tv della Serie A del triennio 2018-21 è andata quasi deserta. Così la Lega ha deciso di non assegnare nulla e di rinviare a dopo l'estate la vendita "Tanto abbiamo tempo fino a novembre-dicembre, sei mesi prima dell’inizio del nuovo ciclo", ha spiegato ieri Carlo Tavecchio. D’altronde il valore complessivo delle offerte presentate era poco più della metà di quanto ci si aspettava di incassare dal bando domestico, scrive Marco Iaria su "La Gazzetta dello Sport".
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Diritti tv: è allarme sulla A. Asta quasi deserta, bando da rifare
Buste da Sky e Perform, assenti Mediaset e Telecom. Cifre sotto le attese, solo un pacchetto sopra il minimo. Tavecchio: "Valiamo molto di più"
Le uniche buste portavano la firma di Sky e di Perform, ma solo su un pacchetto è stata superata la base d’asta. Sky ha offerto 230 milioni a stagione (minimo richiesto 200) per il pacchetto principale del satellite, quello comune alle altre piattaforme con le partite di 8 squadre tra cui le big Juve, Inter, Milan e Napoli. Per avere tutto il campionato il colosso di Murdoch avrebbe dovuto sborsare altri 400 milioni sul pacchetto D, quello aperto a tutte le piattaforme con 12 squadre in esclusiva tra cui Roma, Fiorentina, Lazio, Torino, ma la sua offerta si è fermata a 210 milioni. In totale Sky ha messo sul piatto 494 milioni annui, compresi i 54 per i diritti accessori (interviste esclusive, telecamere negli spogliatoi, 3D, Sky Go). Perform, che si sta affacciando al settore degli Over the top , ha concorso per i due pacchetti complementari del web (4 squadre a testa, Juve e Napoli da una parte, Inter e Milan dall’altra) ma le offerte – 50 milioni a pacchetto – equivalevano alla metà della base d’asta (con i diritti accessori l’esborso arrivava a 108 milioni).
Mediaset ha disertato la competizione, dopo aver presentato un esposto all’Antitrust in cui chiedeva di rifare un bando «che abbatte ogni reale concorrenza e penalizza gran parte dei tifosi costretti ad aderire obbligatoriamente a un’unica offerta commerciale». L’Authority ha respinto la richiesta ma l’effetto ottenuto è stato lo stesso, anche perché non si è fatta vedere nemmeno Telecom. L’ammontare delle offerte recapitate era pari a circa 600 milioni a stagione, molto meno dei 946 (inclusi i diritti accessori) incassati nel 2015-18 sul domestico. Pertanto la Lega ha deciso di non assegnare nessun pacchetto e si è presa una pausa di riflessione. "Il calcio italiano vale molto di più delle offerte pervenute", hanno urlato in coro De Siervo, Tavecchio e il vice commissario Paolo Nicoletti. Il mercato, al momento, la pensa diversamente.
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