Lo spirito di appartenenza. L’identità e l’amore che va anche oltre la passione. Forse è la strada giusta per preparare il derby o forse no, scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport". Quello di sabato, però, oltre ad essere il primo derby da allenatore di Di Francesco sarà anche il primo senza Francesco Totti. Non può certo essere come gli altri, ma parte da una base diversa rispetto agli altri. Almeno rispetto agli ultimi. E, cioè, con un ambiente molto più stretto, vicino, compatto intorno alla squadra. Una Roma più vicina a Roma ed i suoi tifosi e viceversa. Merito di Di Francesco, sicuro. Ma merito anche di chi lavora al suo fianco (leggi Totti).
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Di Francesco è l’ombelico di una Roma tutta diversa
Il tecnico ha ridato unità all’ambiente, grazie pure al nuovo Totti dirigente. E Conti lo applaude
«La Roma è in crescita – dice Di Francesco – Peccato per la sosta, speriamo di ripartire con lo stesso spirito con cui abbiamo finito. Sarà una partita di alta classifica, Simone Inzaghi sta facendo davvero un ottimo lavoro. Schick è una prima o una seconda punta, che ha dato il meglio di sé partendo dal centrodestra. Il campo è grande, uno bravo come lui saprò dove metterlo. Lo scudetto? Non ci poniamo limiti. Il Napoli ha eccellenti meccanismi e un ottimo allenatore, ma la Juventus è ancora la squadra da battere. Per noi sarebbe bello stare in alto il più a lungo possibile, ma la strada è ancora lunga». In questa strada lo stanno aiutando Morgan De Sanctis e Totti, soprattutto nei rapporti interni.
Di Francesco è l’ombelico di un’identità sempre più forte. E ad apprezzare il lavoro dell’allenatore giallorosso è anche un altro pezzo di storia giallorossa come Bruno Conti: «La sua importanza è altissima. Al di là dei grandi risultati ottenuti con il Sassuolo, è tornato uno che conosceva già l’ambiente di Roma sia da giocatore sia da dirigente. Ha portato le sue idee ad un livello più alto e sta facendo molto bene, riportando la romanità che mancava da tanto tempo. E con la semplicità e la sua umiltà sta dimostrando con i risultati di essere un grande tecnico».
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