Genova oramai è nel dimenticatoio. "Ho chiesto scusa, di più non posso fare – dice De Rossi alla vigilia della sfida di Champions con il Qarabag – Potessi tornare indietro non lo rifarei. Ora devo concentrarmi sulle prossime partite, quella di Champions è molto importante. Pensare ancora a quello che è successo a Genova di certo non aiuta né me né i miei compagni. Sto pagando i miei errori, ma ho la sensazione che i miei compagni mi ritengano una persona seria su cui fare affidamento, una persona che non volterebbe mai lori le spalle". È così. Ed ecco anche perché in una sfida importante come quella di stasera De Rossi sarà di nuovo lì, in cabina di comando per traghettare la Roma agli ottavi di finale, scrive Andrea Pugliese su "La Gazzetta dello Sport". "È una partita molto importante, da preparare esattamente come un derby, un Roma-Juve o un Roma-Milan – continua il centrocampista giallorosso – Ma è soprattutto una partita che dobbiamo vincere, dobbiamo aggredirli subito. Del resto quest’anno siamo questi e credo sia uno dei nostri punti di forza".
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Di partite di Champions De Rossi ne ha già fatte ben 52, quasi un campionato e mezzo di Serie A. "È una competizione che mi piace, mi ha regalato delle soddisfazioni ma anche dei dolori, oltre a un paio di brutte figure. Ci sono squadre più attrezzate di noi, nessun volo. Ma non ricordo di aver mai passato un girone così tosto. Qualificarci agli ottavi sarebbe una grande soddisfazione. Ma prima passiamo, poi potremo ricordarla come una delle serate più belle della mia carriera in Champions". In conferenza De Rossi si sofferma anche su Spalletti: "Ho detto che sarebbe stato difficile sostituirlo, non impossibile. E avevo ragione, in quei giorni Spalletti passava come uno che a Roma aveva fatto dei danni. Qualche casino in realtà l’ha creato, basti pensare alla vicenda con Totti, ma ci tenevo a sottolineare la sua bravura. Detto questo, i mesi con Di Francesco sono forse i primi cinque mesi migliori che abbiamo mai fatto".
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