Arriva il derby. Chiedete a un tifoso della Roma: secondo te, qual è il giocatore-garanzia? Non ci penserà un attimo e vi risponderà: Svilar. Passate poi a un tifoso della Lazio e fate, grosso modo, la stessa domanda: qual è in questo momento il calciatore che ti fa stare più tranquillo? Anche in questo caso vi farà un nome, senza pensarci: sicuramente Mandas, il migliore in campo contro il Bodo Glimt, scrive Alessandro Vocalelli su La Gazzetta dello Sport. Insomma, i due portieri sono in questo momento i più gettonati. E qualcosa vorrà dire anche sulle difficoltà che hanno gli uomini deputati a scatenare, almeno idealmente, le maggiori fantasie: trequartisti e attaccanti. Ma Svilar e Mandas non hanno soltanto questo in comune. Perché sono anche i portabandiera di due scuole calcistiche che, nel ruolo, non sono mai state tradizionalmente ai vertici. Svilar è nato in Belgio, poi ha scelto la nazionale serba. Da qualche anno, invece, insieme al calcio è cambiata anche la geografia dei numeri uno. Gli italiani, dicevamo, erano considerati - quasi per distacco - i più bravi, insieme a tedeschi, spagnoli, inglesi.


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Da Milinkovic a Svilar, nuove scuole in porta
Ma la verità, o meglio la realtà, è che certi pregiudizi, o certe convinzioni, hanno subito un crollo negli ultimi tempi. E, per conferma, è sufficiente pensare ai portieri stranieri nelle nostre squadre. Una volta si contavano sulle dita di una mano. Oggi sono addirittura più numerosi di quelli cresciuti in casa. Ci sono rappresentanti diciamo così classici: il francese Maignan, lo spagnolo De Gea, ma ci sono anche autentici fuoriclasse un po' fuori dal circuito più scontato. E il riferimento è allo svizzero Sommer. Scorrendo però le formazioni è facile accorgersi di un cambiamento addirittura radicale. Al Bologna c'è un ottimo portiere polacco: Skorupski. Al Torino c'è il serbo Milinkovic Savic, autore di prestazioni eccellenti. D'altronde il calcio è profondamente cambiato negli ultimi quindici-venti anni, non solo a livello regolamentare, ma anche dal punto di vista tecnico. Anche al portiere si richiedono qualità diverse. Le basi, è chiaro, sono fondamentali. Ma insieme all'esplosività, alla fisicità, si privilegia la capacità di saper giocare con i piedi, per renderlo così funzionale nel lavoro di impostazione.
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