Sa benissimo che sarebbe un azzardo, è perfettamente consapevole del rischio che correrebbe, eppure – anzi, forse anche per questo – ne è terribilmente attratto. Giovanni Malagò probabilmente prenderà una decisione solo a ridosso della Giunta, convocata per le tre del pomeriggio, con cui comunque si confronterà: commissario della Figc o commissario della Lega di A? Per uno che di macchine se ne intende, è un po’ come scegliere se andare a 50 all’ora su una Panda o a 300 su una Maserati. Malagò ha il senso di responsabilità, il coraggio e pure un filino di incoscienza per tuffarsi nella fossa dei leoni. La Lega di A, si sa, è terreno minato, ormai da anni. Nemici, falsi amici, interessi, veti incrociati, governo bloccato da mesi: non è un po’ troppo per il presidente del Coni? Dall’altra parte, vuoi mettere la libidine di andare a prendere Lotito, un nome a caso, per il colletto? E l’ambizione di passare alla storia per aver estinto il vero grande bubbone del calcio italiano? Perché l’origine del male, si sa, è in via Rosellini, non in via Allegri. E Malagò ne è consapevole.
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Commissario Malagò. Ma dove, in Lega o Figc?
Tutto fa pensare che il presidente del Coni opterà per sfida più difficile
Come riporta l'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", tutto fa pensare che Malagò opterà per la sfida più difficile, in cui, comunque, potrebbe essere affiancato da Paolo Nicoletti. L’unica cosa che si può prevedere con una certa sicurezza è che il posto lasciato libero da Malagò sarà occupato da Roberto Fabbricini.
Se le caselle vanno ancora riempite – confermati, in Figc, un ruolo tecnico per Billy Costacurta e uno giuridico per un avvocato di altissimo livello: si confronteranno innanzitutto col d.g. Michele Uva –, gli obiettivi sono già individuati. Innanzitutto, ricorda Malagò, "riportare l’armonia perché il mondo del calcio è spaccato, si è visto in modo fin troppo palese. Non vale più la difesa degli interessi, anche legittimi, della componente ma serve il bene comune. Il calcio deve cominciare da subito a lavorare su questo ma temo che ci vorrà del tempo". Il commissariamento dovrà incidere in profondità. Malagò vuole mettere mano allo statuto, rivedere i pesi elettorali, riformare la giustizia sportiva e il format dei campionati, accorpando B e Lega Pro e riducendo le squadre professionistiche.
(A. Catapano)
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