Santa Maria Novella chiama Termini, quattro cantuccini che valgono tre punti e festa sia. Festa per tutti, come riporta l'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport", soprattutto per i giocatori, che dalla stazione di Firenze sono stati accompagnati a casa da buona parte dei 2.500 tifosi della Roma presenti ieri al Franchi: cori e applausi per tutti e squadra che comincia a far innamorare anche i più scettici. Se un buon modo c’era per preparare il derby, la Roma l’ha trovato su un binario dell’alta velocità che porta solo vittorie.
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Come corre questa Roma: è un treno ad alta velocità
Da Firenze alla Capitale, l’entusiasmo dei tifosi è dilagante. Manolas: "Siamo grandi"
Di Francesco si è travestito per un giorno da Zeman e finalmente s’è tolto il dente: l’etichetta che gli era stata appiccicata addosso s’è materializzata contro la Fiorentina. Roma tanto squadra e poco blocco squadra, quel concetto per alcuni rivoluzionario, per altri tanto semplice che ora fa notizia quando non lo vedi. È a questo che il tecnico si riferisce quando dice "abbiamo difeso troppo bassi, a me non piace". Difendere attaccando, e Manolas deve aver preso alla lettera il consiglio se è vero che è stato proprio lui, con il 3-2, a imprimere l’accelerata decisiva. "L’importante era vincere, non chi fa gol. Col Chelsea ero stato sfortunato, oggi no: la palla mi è arrivata sulla spalla ed è entrata. Qui dentro tutti si sentono importanti, anche se cambia l’undici di partenza l’atteggiamento è lo stesso. Ci sentiamo una grande squadra". La sfida con la Lazio ora è un altro esame: "Dobbiamo vincere: è il derby e per dare continuità ai risultati". Stazione Termini che a questo punto chiama Olimpico.
(D. Stoppini)
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