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rassegna stampa

Carlo Liedholm: “Che show Pipita-Pastore. Nils da lassù applaudirà”

Il figlio del Barone: "Spero che Di Francesco faccia bene, perché quando lo vedo ripenso a quei giorni in cui ascoltava con aria seria mio papà"

Redazione

Il «Barone» NilsLiedholm ci ha lasciato quasi undici anni fa, ma la sua classe, la sua eleganza e la sua ironia non ci lasceranno mai, specialmente quando si gioca la «sua» partita tra Milan e Roma. Il figlio Carlo ha rilasciato un'intervista al quotidiano "La Gazzetta dello Sport".

Suo papà si sentiva più milanista o romanista?

"Lui non lo ha mai detto pubblicamente e nemmeno privatamente, perché non voleva dispiacere nessuno. Si sentiva legato allo stesso modo al Milan e alla Roma, le squadre con cui aveva vinto lo scudetto da allenatore. Ma io penso che in fondo era più milanista, perché diceva sempre che si rimane più affezionati alle squadre in cui si è giocato e lui aveva giocato tanti anni nel Milan. Per cui si può dire che era milanista al 51 per cento".

Quali sono stati i giocatori che ha amato di più?

"Aveva un grande rapporto con Falcao. Ma ricordo che si era innamorato subito di Ancelotti quando era al Parma e infatti lo volle portare a Roma dove l’ha fatto esordire in Serie A, proprio contro il Milan. Ma anche Antognoni, Bruno Conti, Di Bartolomei e poi Baresi e Maldini gli erano rimasti nel cuore".

E a Di Francesco che cosa direbbe?

"Quello che gli diceva nei suoi ultimi anni alla Roma, perché mio padre è stato consulente del presidente Sensi fino al 2002. Ricordo che a Trigoria parlava spesso con Di Francesco, che allora era un ragazzo. Avevano un ottimo rapporto e quindi spero che Di Francesco faccia bene, perché quando lo vedo ripenso a quei giorni in cui ascoltava con aria seria mio papà".

Tra i giocatori attuali di Milan e Roma chi gli piacerebbe di più?

"Da una parte Pastore, perché amava i giocatori di classe. Dall’altra sicuramente Higuain, perché gli ricorderebbe il suo amico e compagno Nordahl, due centravanti veri con qualcosa più degli altri".

(A. Cerruti)