La stagione di Alisson Becker è decisamente ottima e, partita dopo partita, si sta dimostrando uno dei migliori portieri sulla piazza. Su di lui ha messo gli occhi Jurgen Klopp, tecnico del Liverpool, che vorrebbe affidargli la porta dei Reds. L'anno scorso, però, c'è stato un momento in cui la Roma ha rischiato di perderlo. Il brasiliano, infatti, era la riserva di Szczesny e giocava solo in poche circostanze: "Se non avessi avuto assicurazioni sul mio ruolo avrei chiesto di andare via, nell’anno del Mondiale in Brasile nessuno ha il posto fisso". Con la partenza di Szczesny alla volta di Torino per raccogliere l'eredità di Gigi Buffon, la situazione è cambiata. Efficace, spettacolare, elastico come un gatto e furbo come una volpe, giusto per utilizzare tutti i luoghi comuni del mondo animale, Alisson è stato il protagonista a San Siro. Ha lanciato El Shaarawy e ha chiuso la porta a Icardi e compagnia. Alla fine della partita, il tecnico dell’Inter è andato ad abbracciarlo: dopo una partita del genere i complimenti sono il minimo. "Mi ha chiesto della mia bimba e mi ha detto che mi vuole bene — ha raccontato Alisson a Sky — L’anno scorso doveva fare delle scelte, ma con lui ho imparato tanto".
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Il portiere giallorosso è stato il protagonista a San Siro. Klopp gongola: lo vuole per il suo Liverpool
Massiccio, essenziale anche se con piedi raffinati nei rilanci, come hanno potuto constatare gli spettatori di San Siro. "Va bene le parate, ma la nostra mentalità non è andata bene. Non si può mollare quando mancano ancora 30’", ha rivelato il portiere. Le parate del portiere sono diventate una sicurezza per la Roma tanto che Liverpool, Psg e altri club lo vorrebbero a tutti i costi. Dicono che il tedesco di Germania Klopp abbia pronti 45 milioni, d’altra parte si sa che il Liverpool come quasi tutti i club inglesi non abbia problemi di budget. Alisson Becker per ora prende tempo con il classico "Sto bene qui, ne riparliamo a fine stagione". Intanto continua a tirare i suoi vincenti, rilanci compresi. Con quel nome, non è difficile.
(A.Bocci)
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