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rassegna stampa

Capello: “Troppo potere ai violenti, il Daspo non basta”

L'ex tecnico della Roma: "I manichini? Qui non c’è nulla di goliardico. Questa è una cosa triste, brutta. È un becero esempio per qualsiasi tifoso"

Redazione

"Stiamo vivendo un periodo storico senza valori. Che fine hanno fatto educazione, rispetto, solidarietà? In Italia succedono cose che non sono ammissibili". Fabio Capello va giù duro contro la violenza. Lui è stato l’ultimo allenatore a vincere uno scudetto sulla panchina della Roma e di derby se ne intende. Pensava di averle viste tutte, almeno fino alla scorsa notte. L'ex tecnico giallorosso ha rilasciato un'intervista sulle pagine de "La Gazzetta dello Sport". Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Capello, che idea si è fatto dello striscione con i manichini impiccati davanti al Colosseo?

«Sento parlare di goliardata. Ma ci rendiamo conto? Un tempo a Roma le goliardate erano all’ordine del giorno, specie prima e dopo un derby. Si viveva di battute, di sfottò. Ed era uno spettacolo. Però qui non c’è nulla di goliardico. Questa è una cosa triste, brutta. È un becero esempio per qualsiasi tifoso. Purtroppo sono cose che accadono solo in Italia. Come vedere gli ultrà obbligare i giocatori a togliersi la maglia. Abbiamo dato troppo potere al tifo violento. Eppure le regole ci sono, bisognerebbe solo farle rispettare, mettere in atto provvedimenti che possano allontanare questi pseudo tifosi dai nostri stadi. Il Daspo non funziona, anzi, è diventato un provvedimento ridicolo ai loro occhi».

Cosa potremmo fare in Italia per allontanare i violenti?

«Il rapporto Taylor ai tempi del governo Thatcher in Inghilterra fu molto importante per allontanare gli hooligan. E oggi gli stadi inglesi sono civili e sicuri. E poi penso a quanto successo a Madrid durante Real-Barcellona: Messi dopo il gol ha mostrata la maglia a tutto lo stadio. La reazione è stata un silenzio “rumoroso”. Qui gli avrebbero tirato di tutto e insultato in ogni modo…».

Pensa che serva un intervento deciso della politica?

«Della politica e non solo. Anche di dirigenti, allenatori e giocatori. Tutti insieme devono intervenire per mettere fine a ogni forma di violenza. Allontaniamo i violenti dagli stadi, leviamogli potere. Ricordo il derby sospeso a Roma per un presunto morto, malgrado il Prefetto stesso intervenne per assicurare che non era vero. Fummo costretti a non giocare dai tifosi. Mi auguro non si ripeta mai più una cosa del genere».