Venticinque giorni che segnano il confine tra una stagione positiva e una catastrofica. La Roma è sul filo, ha nei piedi la possibilità per andare di qua o di là, da oggi in 6 tappe fino al 13 marzo, giorno del ritorno degli ottavi di Champions contro lo Shakhtar. Venticinque giorni in cui Eusebio Di Francesco mette in discussione il proprio futuro. Vale per tutti, è il messaggio forte e chiaro che i dirigenti hanno mandato alla squadra, scrive Davide Stoppini su "La Gazzetta dello Sport". Zero alibi: di qua c’è la qualificazione alla prossima Champions da agguantare, passando per un periodo mica semplice, Udine oggi, Milan all’Olimpico, trasferta di Napoli e poi il Toro in casa. Sempre di qua c’è pure l’accesso ai quarti della coppa: sarebbe il risultato più alto della Roma americana. Di là invece c’è l’eliminazione, ma pure il rischio di veder allontanarsi Inter e Lazio. Il confine è sottile, eppure tremendamente concreto. Superato nella maniera meno augurabile questo confine, i dirigenti della Roma non avrebbero neppure un dubbio nel modificare profondamente l’attuale organico, persino oltre le naturali esigenze di bilancio. A Trigoria si sta infatti facendo strada la convinzione che alcuni elementi del gruppo portante della squadra paghino un deficit di personalità.
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Bilancio positivo o tana libera tutti. I 25 giorni sul filo
Da oggi al ritorno con lo Shakhtar c’è in ballo il futuro dei giocatori e dell’allenatore
All’inizio dei 25 giorni Di Francesco non ha che un modo per tenere viva l’ambizione: il turnover. Oggi Jesus una delle sicure novità, Schick in rampa di lancio: "Ci sarà sicuramente qualche rotazione in più questa settimana – ha spiegato l’allenatore –, come ho fatto in passato, quando la squadra spingeva e raggiungeva risultati importanti. Torniamo ad essere quelli di prima".
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