La zuccata di Manolas schioda il risultato e apre spazi che per la Roma sono vitali. Ma quanta sofferenza prima del sigillo e quante volte bisogna gridare «grazie» ad Alisson che blinda la porta e tiene i giallorossi in linea di galleggiamento, scrive Andrea Schianchi su "La Gazzetta dello Sport". La squadra di Eusebio Di Francesco, nel primo tempo, è troppo lenta nella costruzione della manovra, ci sono pochi movimenti senza palla e colui che è deputato a dettare i tempi (quasi sempre De Rossi) va in difficoltà. Le mezzali non s’inseriscono come dovrebbero alle spalle degli avversari, i terzini sono frenati, le ali non rientrano per accorciare i reparti.
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Baselli e Acquah ringhiano solo 45′. Negli spazi i giallorossi si esaltano
La Roma all’inizio soffre il pressing dei granata, poi la squadra si sblocca sfruttando le situazioni da palla inattiva
La mossa del Torino è semplice: far uscire Baselli sul centrosinistra e Acquah sul centrodestra per portare pressione ai difensori della Roma che iniziano l’azione. Così facendo le opzioni di passaggio per i giallorossi si limitano molto. Inoltre Mazzarri ordina a difensori e centrocampisti di stare sempre molto vicini e compatti, in modo da non concedere spazi d’inserimento per Under, El Shaarawy o Nainggolan. A gara sbloccata, la maggiore qualità tecnica della Roma fa la differenza. Tuttavia il salto di qualità si otterrà solo quando si riuscirà ad attaccare le difese chiuse senza sbilanciarsi troppo. Il Torino ha la colpa di farsi trovare impreparato sui calci piazzati del nemico. Manolas salta da solo e De Rossi approfitta di un maldestro tentativo di fuorigioco.
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