A pochi giorni dal suo ventunesimo compleanno, all’esordio in una semifinale europea, Edoardo Bove decide la gara d’andata contro il Bayer Leverkusen. Eroe per caso, si potrebbe pensare, ma non è così, scrive Lorenzo Pes su Il Tempo. Il centrocampista giallorosso è solo l’ultimo gioiello della preziosa colonia di talenti cresciuti a Trigoria. Lui, con Zalewski, e dopo Pellegrini nella rosa della Roma. Simboli di romanismo, di sogni che si realizzano e di una tradizione che prosegue. Ma il merito di poter esserci per vivere notti come quella di giovedì all’Olimpico non può non essere condiviso con Mourinho. Il tecnico fa i complimenti alla famiglia di Edoardo nel post gara, ma il primo a credere in lui, ad alti livelli, è stato proprio lo Special One. Dalle sporadiche apparizioni della scorsa stagione (con gol al Verona nel finale in casa) ad una presenza costante nelle rotazioni di quest’anno. Mou lo ha tenuto con la prima squadra sin dall’inizio, dalla sua prima estate capitolina. E ora il "cane malato", come lo ha definito lo stesso tecnico, sta diventando grande. Sono arrivati gol e prestazioni in questa stagione, fino alla serata magica contro il Bayer Leverkusen che lo innalza tra i protagonisti della storia giallorossa.
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Mourinho cresce i figli di Roma
Bove, che ha deciso l'andata della semifinale di Europa League, è solo l’ultimo gioiello della preziosa colonia di talenti cresciuti a Trigoria
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